Più velocità ma anche, e non è una contraddizione, più sicurezza: cambiano, con l'introduzione di un esercizio più difficile, le prove per ottenere le patenti A, A1 e A2 per ciclomotori e moto che "diventano sempre meno agevoli rispetto alla patente auto". Ma è allarme per i rallentamenti alle prove d'esame, dato che in molti casi mancano le aree idonee, che per legge devono essere più grandi del passato, per poter svolgere gli esami di "pratica".
A introdurre le nuove prove (ridotte da sei a tre, come avviene per le altre patenti di grado superiore) è un decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in vigore dal 27 ottobre, che tra l'altro prevede un esercizio di evitamento dell'ostacolo a 50 km/h anzichè, come nelle vecchie normative, a 30 km/h.
"Questo esercizio - spiega Michele Moretti dell'Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori (Ancma) - se da un lato è molto più difficile, dall'altro garantisce molto di più la sicurezza perché per superarlo occorre avere molta padronanza del mezzo". Secondo Emilio Patella, segretario nazionale autoscuole (Unasca), in molti tra autoscuole e motorizzazioni civili non sono attrezzati per poter ospitare le prove. "Occorrono infatti - sottolinea - aree lunghe 90-100 metri per 30 di larghezza, e non tutti le hanno. Il rischio è di un forte rallentamento delle prove d'esame"
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