Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

I genitori si separano, la casa assegnata al figlio minore

Una decisione «straordinaria» che, per certi versi, anticipa il ddl Pillon, il disegno di legge sull'affido condiviso presentato dal senatore leghista e contestato nelle scorse settimane anche con manifestazioni di piazza: il Tribunale di Matera ha stabilito che un minorenne rimanga stabilmente a vivere nella casa familiare, dove invece si alterneranno i genitori con un calendario simmetrico, garantendo così la «bigenitorialità perfetta».

Nell’ambito di una separazione consensuale, la decisione è stata presa tre giorni fa con un decreto di omologazione emesso dal giudice Giorgio Pica . «Si tratta - spiega l’avvocato Luciano Vinci - di un provvedimento straordinario perché, di solito, il minorenne resta a vivere nella casa coniugale con uno dei due genitori, il cosiddetto collocatario che in questa maniera acquisisce il diritto di rimanere in quella casa, anche senza esserne proprietario. Per l’altro genitore, invece, viene stabilito un calendario di frequentazione».

In questa separazione, la casa è stata assegnata al figlio minorenne che quindi non si
sposterà, ma saranno i genitori ad alternarsi e «per una settimana ciascuno - è scritto nel provvedimento del Tribunale di Matera - si prenderanno cura di lui, trasferendosi nella casa
coniugale» e, in questa maniera, non vi sarà un genitore prevalente sull'altro. Alla base della decisione del giudice c'è la volontà «di consentire un armonico sviluppo del rapporto con il figlio e al tempo stesso di attenuare la conflittualità incentrata sull'utilizzo della casa coniugale». Così la stessa casa coniugale «continuerà a rimanere nella disponibilità di entrambi i genitori».

Inoltre il decreto del Tribunale materano non prevede alcun assegno di mantenimento, come invece accade nella maggior parte dei casi di separazione: «Nei periodi di rispettiva permanenza,
i genitori», che hanno redditi equivalenti, «provvederanno personalmente al mantenimento dei figlio», cioè in maniera diretta, occupandosi delle spese quotidiane, mentre quelle straordinarie saranno divise al 50 per cento. Spesso «la soluzione preferita - evidenzia l’avvocato Vinci - resta quella dell’assegno di mantenimento: questo provvedimento invece - conclude il legale - un pò anticipa il ddl Pillon e potrebbe perciò essere preso come esempio anche prima che il legislatore si esprima».

Caricamento commenti

Commenta la notizia