Il blitz con 46 sei arresti che ha portato a Palermo a scoperchiare la nuova presunta cupola mafiosa siciliana si porta dietro alcuni retroscena legati ai personaggi di spicco ed in particolare intorno alla figura di Settimo Mineo, considerato dagli inquirenti della Dda, il nuovo capo di Cosa nostra dopo la morte di Riina.
E’ il documento del Tribunale di Palermo, ufficio istruzione e provvedimenti penali 2289/82 a mettere in luce le parole del pentito Tommaso Buscetta in relazione a Settimo Mineo, il presunto boss finito sotto l'inchiesta a Palermo.
E' a pagina pagina 6.306 che si parla di Settimo Mineo. Il documento recita testualmente così: “Del Mineo parlava Tommaso Buscetta, il quale precisava: della famiglia di Pagliarelli ho conosciuto in carcere a Palermo nel 1976 o 1979 certo Mineo, gioielliere, del quale non ricordo i motivi dell’arresto. Certamente comunque non si trattava di una imputazione grave perché egli attendeva da un momento all’altro di essere liberato.
Sentito dal G.I. (...) l’imputato dichiarava di cadere dalle nuvole". Nelle stesse pagine si legge che l'uomo avrebbe negato di aver conosciuto Bscetta e di appartenere a famiglie mafiose.
Le carte si trovano tra gli archivi del maxi processo, on line grazie al lavoro del Csm.
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