«Così devono morire i pentiti, abbruciati»: è la scritta comparsa su uno striscione accanto a un falò - dove è stato bruciato anche un manichino - la scorsa notte in un rione di Castellammare di Stabia considerato roccaforte del clan D’Alessandro, decapitato di recente con l’arresto dei reggenti. A mezzanotte è stato dato fuoco alla catasta di legna, al fantoccio e allo striscione. Il macabro «spettacolo» è stato applaudito da una piccola folla di persone.
L’episodio è avvenuto nel quartiere Aranciata Faito. In contemporanea al falò è partita una batteria di fuochi d’artificio udibili anche dai quartieri circostanti. Il macabro «spettacolo» è stato applaudito da molte persone radunate davanti alle palazzine dove si concentra il più alto numero di fiancheggiatori del clan D’Alessandro. Il rione è considerato una vera e propria centrale dello spaccio di droga e uno dei 'santuarì del malaffare dell’area stabiese.
Altri falò, contravvenendo al divieto di accendere fuochi contenuto in una ordinanza del sindaco, sono stati allestiti e incendiati in altri quartieri ad alta densità criminale di Castellammare di Stabia. Durante la scorsa settimana l’Antimafia ha effettuato molti arresti «eccellenti», pregiudicati e imprenditori denunciati dai collaboratori di giustizia.
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