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Strage di Senigallia, disperazione e dolore: cancellati tutti gli eventi natalizi

Disperazione e dolore, rabbia e indignazione. Ma anche gioia per chi ce l'ha fatta, per che ce la può fare. È il clima che si respira a Senigallia il giorno dopo la tragedia che ha causato sei morti e decine di feriti nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. Da Senigallia venivano tre delle delle persone schiacciate nella calca per uscire dal locale: Emma Fabini, di 14 anni, Daniele Pongetti, di 16, e Eleonora Girolimini, la mamma di 39 anni morta per proteggere la figlia undicenne. Era di Marotta, ma andava a scuola a Senigallia anche Asia Nasoni, 14 anni, promessa della ginnastica. La disperazione è per loro, morte durante una serata che doveva essere di spensieratezza e felicità.

Poi c'è la rabbia per una situazione che si poteva evitare: una rabbia dirompente sui social network, più silente invece tra chi vuole parlare poco di un episodio che segnerà la loro vita per sempre. "Stasera tornando a casa sono passato davanti a una nota discoteca di Senigallia - scrive su Facebook Francesco - e mi sono veramente meravigliato di vedere il parcheggio pieno nonostante la tragedia della Lanterna Azzurra. Non so se mi facciano più schifo i gestori per aver comunque aperto in questa sera del lutto cittadino o i clienti per esserci comunque andati". Molti hanno risposto in modo indignato, altri hanno preferito non parlare. C'è poca voglia di parlare anche nei luoghi di ritrovo dei giovani come i Giardini Catalani, in centro.

"Diverse amiche sono rimaste traumatizzate - dice Francesca - e non ne vogliono parlare, anche perché non si aspettavano che una serata si trasformasse in quella baraonda che ha causato morti e feriti. Ci chiediamo chi possa aver utilizzato lo spray, di come possa essere accaduto, se come si legge ci fosse un affollamento eccessivo, ma non riusciamo ad avere una spiegazione". E forse questo punto interrogativo è quello che provoca più disagio e sconforto. A Senigallia le bandiere sono a mezz'asta e sono state cancellati gli eventi natalizi.

"Abbiamo deciso di spegnere il nostro Natale, sospeso tutte le attività, le iniziative, tutte le luci perché quelli sono tutti figli nostri" dice il sindaco Maurizio Mangialardi: suo figlio giocava a calcio con Daniele Pongetti. In una città che si avvicina al Natale con il cuore oppresso, ci sono però anche spiragli di gioia per le poche notizie positive, a cui ci si attacca per esorcizzare la tragedia: i segni di miglioramento di un ragazzo macedone, le dimissioni dall'ospedale di Torrette di una ragazza. Intanto sono in fase di organizzazione le prime commemorazioni negli istituti scolastici delle città coinvolte.

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