«La settimana scorsa è stato approvato a Marrakech, in Marocco, il Patto Mondiale per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare, che intende essere un quadro di riferimento per la comunità internazionale», ha ricordato il Papa all’Angelus. «Auspico pertanto che essa, grazie anche a questo strumento, possa operare con responsabilità, solidarietà e compassione nei confronti di chi, per motivi diversi, ha lasciato il proprio Paese, e affido questa intenzione alle vostre preghiere», ha aggiunto Francesco.
«Sono contento di essere con voi, e in questo tempo di Natale ho pensato: se il Bambino Gesù avesse avuto qualche influenza, qualche raffreddore, è sicuro di sì, che cosa avrebbe fatto la mamma? Io non so se a Nazareth, o in Egitto, ci fosse un Dispensario, ma sicuramente se la Madonna avesse abitato a Roma l’avrebbe portato a questo Dispensario, sicuramente». Lo ha detto papa Francesco, parlando "a braccio", durante la festosa udienza pre-natalizia, nell’Aula Paolo VI, agli operatori e agli assistiti del Dispensario pediatrico Santa Marta.
«Ringrazio tutti voi che siete la struttura e la vita del Dispensario - ha proseguito il Pontefice -: suor Antonietta, i medici, i collaboratori, gli infermieri, anche la collaborazione dei ragazzi, dei papà, delle mamme, dei bambini... E’ un corpo, e c'è vita, lì c'è vita: si vede nella spontaneità dei bambini».
Il Papa ha sottolineato che «lavorare con i bambini non è facile, ma ci insegna tanto. A me insegna una cosa: che per capire la realtà della vita bisogna abbassarsi come ci abbassiamo per baciare un bambino. Loro ci insegnano questo».
Secondo Francesco, «gli orgogliosi, i superbi, non possono capire la vita, perché non sono capaci di abbassarsi. Noi tutti, i professionisti, gli organizzatori, le suore, tutti, diamo tante cose ai bambini, ma loro ci danno questo annuncio, questo insegnamento: abbassati, sii umile, e così imparerai a capire la vita e capire la gente». «Voi tutti avete la capacità di abbassarvi - ha concluso il Pontefice -. Grazie tante per questo, grazie tante. Vi auguro un Buon Natale, un Buon Santo Natale a tutti, e vi ringrazio di cuore di quello che fate, davvero. E anche mi auguro che non ci sia un’indigestione con quella torta così grande. Grazie».
Durante l’udienza, in cui ha salutato tutti i bambini e le famiglie assistite dal Dispensario, papa Francesco ha ascoltato anche alcune testimonianze, tra cui quelle di due mamme straniere, dal Perù e dal Marocco, i cui figli sono stati assistiti dalla struttura vaticana. Al termine ha donato a tutti delle calze di Natale. Tra i canti eseguiti durante il vivace incontro, anche un «Tanti auguri a te» rivolto al Pontefice che proprio domani compie 82 anni.
«In un borgo sperduto della Galilea, nel cuore di una giovane donna ignota al mondo, Dio accende la scintilla della felicità per il mondo intero» ha aggiunto il Papa commentando le letture di questa terza Domenica di Avvento, giorno in cui «la liturgia ci invita alla gioia». «E oggi lo stesso annuncio è rivolto alla Chiesa - ha sottolineato Francesco a proposito dell’Annunciazione a Maria -, chiamata ad accogliere il Vangelo perché diventi carne, vita concreta, e dice alla Chiesa, a tutti noi: 'Rallegrati, piccola comunità cristiana, povera e umile ma bella ai miei occhi perché desideri ardentemente il mio Regno, hai fame e sete di giustizia, tessi con pazienza trame di pace, non insegui i potenti di turno ma rimani fedelmente accanto ai poveri. E così non hai paura di nulla ma il tuo cuore è nella gioià». «Se noi andiamo così, nella presenza del Signore, il nostro cuore sarà nella gioia, la gioia piena, di alto livello, e quella di tutti i giorni, la pace», ha aggiunto il Papa.
Il Pontefice ha anche osservato che «la consapevolezza che nelle difficoltà possiamo sempre rivolgerci al Signore, e che Egli non respinge mai le nostre invocazioni, è un grande motivo di gioia. Nessuna preoccupazione, nessuna paura riuscirà mai a toglierci la serenità che ci viene dal sapere che Dio guida amorevolmente la nostra vita, sempre». «Anche in mezzo ai problemi e alle sofferenze, questa certezza alimenta la speranza e il coraggio», ha aggiunto. «Ma per accogliere l’invito del Signore alla gioia, occorre essere persone disposte a mettersi in discussione», ha concluso, «il primo passo per la conversione che siamo invitati a compiere in questo tempo di Avvento».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia