Dopo le polemiche per il nome del ristorante 'Corleone by Lucia Riina' a Parigi, il nome della figlia del boss della mafia Totò Riina è stato tolto dall’insegna, così come lei stessa aveva annunciato in
un’intervista.
In tempi molto rapidi, uno dei proprietari del locale, Pascal Fratellini, ha proceduto in serata a coprire la scritta 'by Lucia Riina'. Una richiesta in tal senso era stata avanzata anche dal sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi.
«Non ho cercato di provocare né di offendere nessuno - ha detto Lucia Riina al quotidiano francese Le Parisien - volevo soltanto valorizzare la mia identità di artista-pittrice. E anche mettere in risalto la cucina siciliana. Affinché non ci sia nessun malinteso, vi annuncio che ho deciso di ritirare il mio nome dall’insegna del ristorante e dalle pubblicità, anche se mi dispiace che la mia identità di pittrice e di donna venga negata». Lucia Riina conferma di essersi trasferita a Parigi raccogliendo l’invito di Pascal Fratellini (ultimo discendente della famiglia di un celebre trio di artisti di circo originari di Firenze, ndr) a lavorare nel ristorante e ad esporvi le opere.
«Siamo a Parigi da 3 mesi e il ristorante è aperto dal 5 novembre», aggiunge. «Siamo dei dipendenti - aggiunge - io ricevo i clienti, mio marito si occupa del bar e impara il mestiere. Le mura non mi appartengono, non c'è nessun riciclaggio di denaro, come ho letto da qualche parte. Tutto è trasparente, Pascal ha fatto un mutuo con la banca e ci ha messo a disposizione un appartamento nel quartiere, dove viviamo con mia figlia di 2 anni. E’ un’opportunità per cambiare vita e vendere i miei quadri, anche se rimpiango il mio paese».
«Penso che tutti abbiano il diritto di esprimersi e vivere la propria vita - aggiunge Lucia Riina -. Ho vissuto a Corleone da quando avevo 12 anni, epoca in cui mio padre fu arrestato. Ho avuto una
vita normale. Oggi sono pittrice e madre di una bambina. Mio padre ha la sua storia, io la mia». Aggiunge di avere soltanto "pochi ricordi" di quando era bambina e di non «avere voglia» di
parlarne: «Io sono stata al liceo, ho preso la maturità e ho studiato da commercialista. Non voglio essere associata all’immagine di mio padre, a tutto quello che è mafia. Voglio uscire da questa trappola. La mia vita è trasparente, non ho nulla da nascondere. Oggi sono a Parigi, lavoro in un ristorante e sono un’artista. Voglio essere conosciuta per quello che sono senza dover cambiare nome, scegliere uno pseudonimo. Ho cominciato con questo nome e con questo nome continuerò».
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