Lunedì 23 Dicembre 2024

Sea Watch, il governo richiama l'attenzione della Corte Europea: "Appartiene all'Olanda"

Finisce all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo la vicenda Sea Watch. Il Governo domani depositerà a Strasburgo la sua memoria difensiva sostenendo che la giurisdizione «appartiene all’Olanda», Paese di bandiera della nave. La quale, da parte sua, afferma il Governo, con una «temeraria condotta», in condizioni di mare mosso, «anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l’incolumità dei migranti a bordo». Una volta sciolto il nodo della giurisdizione, l’Italia è pronta ad offrire un corridoio umanitario per trasferire i 47 migranti in Olanda. «Siamo in contatto in queste ore con il commissario Ue all’immigrazione: li abbiamo svegliati perché hanno fatto finta di non vederla», dice della Sea Watch il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, secondo cui la nave «ha deciso di venire in Italia perché l’Italia è il palcoscenico dell’immigrazione, il loro sito internet raccoglie le donazioni...». Intanto, la Sea Watch 3 resta isolata come una nave in quarantena. Vietato avvicinarsi per un raggio di mezzo miglio, ordina la Capitaneria di porto di Siracusa. E per il quarto giorno i naufraghi soccorsi il 19 gennaio scorso davanti alla Libia sono 'prigionieri' a bordo. Non si scende. Sono invece riusciti a salire gli esponenti del Pd Matteo Orfini e Maurizio Martina che presenteranno un esposto in procura contro la «detenzione illegale» dei naufraghi. I due sono finiti però a loro volta tra gli indagati. «Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia, noi riteniamo di non aver violato alcuna legge e che quello che abbiamo fatto è nelle prerogative parlamentari», affermano. La prefettura ribatte sostenendo di non aver autorizzato «alcun accesso alla nave, né ha il potere di farlo» ai parlamentari, aggiungendo che questi «sono stati informati del divieto e delle eventuali conseguenze di legge». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini mantiene la linea dura e ironizza: a chi «vuole portarmi in tribunale, rispondiamo col sorriso. A sinistra non hanno niente di meglio da fare che affittare gommoni per solidarizzare con i clandestini e denunciarmi. Io non mollo». Intanto, il comandante della nave ha comunicato che i tre bagni stanno per raggiungere la saturazione e che vi potrebbe essere un’emergenza sanitaria a bordo: li usano i 47 passeggeri più i 22 membri dell’equipaggio. Potrebbe essere lo spiraglio per un possibile ok allo sbarco. Per quanto riguarda una possibile «via giudiziaria» alla soluzione del caso, il procuratore siracusano Fabio Scavone per ora non si muove. Non c'è nessun indagato, assicura. E smonta anche le «prove» ipotizzate da Salvini contro il comandante che avrebbe messo a rischio la vita dei migranti soccorsi per essersi diretto verso l’Italia invece che in Tunisia durante una tempesta: nessun reato, spiega il pm, ha scelto la rotta che riteneva più sicura. E neppure è ravvisabile il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Scavone conferma invece i dubbi espressi dal ministro sull'età dei minorenni (sarebbero 13, secondo la ong). «Non hanno nessun documento con sé - rileva - quindi è un profilo da verificare». E la situazione di stallo preoccupa il Quirinale. Il presidente Sergio Mattarella - che è in contatto con il premier Conte - segue da vicino la vicenda e, senza interferire, esprime l'auspicio che venga trovata una via d’uscita dallo stallo individuando una pronta soluzione. D’altronde, del fatto che la situazione vada risolta sembra esserne consapevole - riferiscono fonti parlamentari - anche Salvini. Mattarella rimane comunque convinto della necessità di un’assunzione di responsabilità da parte dell’intera Unione europea per governare il fenomeno dell’immigrazione.

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