Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

In Italia si torna a morire di lavoro, l'Inail: infortuni gravi in crescita

Tornano ad aumentare le vittime sul lavoro. Il 2018 si chiude con un bilancio nero, che certifica un nuovo aumento delle denunce di infortuni presentate all’Inail, con i casi mortali saliti a 1.133, il 10,1% in più rispetto al 2017: 104 in più rispetto ai 1.029 casi denunciati l’anno prima.

Ma 39 in meno rispetto ai 1.172 decessi del 2015, sottolinea lo stesso Istituto; anno che insieme al 2018, appunto, registra una inversione di tendenza, rispetto al trend degli ultimi anni che
resta «comunque decrescente». Resta il dramma delle vite perse.

I sindacati tornano ad alzare la voce, chiedendo più prevenzione e più salute e sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche, nei porti, nei campi, per le strade: è inaccettabile, ripetono, morire sul lavoro. I dati dicono più di tre morti al giorno.

Nel complesso, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e dicembre 2018 - fa sapere lo stesso Istituto - sono state 641.261 (+0,9% rispetto al 2017, quando erano state 635.433); di queste, 1.133 con esito mortale. Tra gli eventi tragici dell’anno scorso con più vittime, il crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 denunce di casi mortali sul lavoro, e i due incidenti stradali avvenuti in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti.

Di nuovo in aumento anche le patologie di origine professionale denunciate: sono state 59.585 (+2,5%, pari a 1.456 casi in più rispetto ai 58.129 dell’anno precedente). In testa le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (36.637 casi), insieme a quelle del sistema nervoso e dell’orecchio; a seguirle le patologie del sistema respiratorio e i tumori (2.461). Cinque malattie che rappresentano quasi il 90% del totale dei casi denunciati all’Inail.

I sindacati ricordano la morte di un giovane operaio di appena 24 anni, precipitato ieri sera dal solaio di un capannone nel barese. «E' un fatto che indigna tutti i lavoratori italiani la carenza di misure di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro», afferma la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Cgil, Cisl e Uil, che al tema della sicurezza sul lavoro avevano dedicato anche la celebrazione dell’ultimo Primo maggio, insistono. «Prevenzione, formazione, partecipazione e sanzioni severe nei casi di incidenti reiterati: su questi pilastri occorre fondare una vera e propria politica della sicurezza», afferma il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, chiedendo un confronto con le imprese e con il governo.

Dall’opposizione, il coordinatore di Articolo Uno, deputato di Leu, Roberto Speranza chiede al vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di riferire in Parlamento.

Caricamento commenti

Commenta la notizia