E’ uno schema ormai collaudato: la nave resta bloccata con il suo carico umano dal divieto di sbarco, le polemiche infuriano, passano i giorni ed alla fine, faticosamente, spuntano alcuni Paesi europei che offrono la propria disponibilità ad accogliere i migranti salvati. E' quanto si sta ripetendo con la Sea Watch 3, che si appresta a passare la quinta notte in rada davanti al porto di Siracusa. Neanche la Corte europea per i diritti dell’uomo, cui si erano rivolti la ong ed uno dei 47 soccorsi, ha invitato l’Italia a far scendere i naufraghi. E’ stato il premier Giuseppe Conte al vertice 'Med7' di Cipro, a comunicare l’uscita dall’impasse: Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta si sono detti pronti a prendere una quota degli "ospiti" della Sea Watch. In serata vertice a Palazzo Chigi con Conte ed i vicepremier Salvini e Di Maio per decidere i passi successivi. Probabile l'ok allo sbarco. «L'Italia - ha detto il premier - vive adesso un ennesimo caso emergenziale che denuncia l’incapacità di gestire con meccanismi condivisi questo fenomeno sul quale l’Europa rischia di implodere. Colgo l’occasione per manifestare un ringraziamento ai Paesi amici che hanno dato disponibilità nella prospettiva di una redistribuzione dei migranti». La disponibilità è arrivata dal "nemico" Emmanuel Macron «(che ha però tenuto a sottolineare «il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia"), dunque, ma non dallo Stato di bandiera della Sea Watch, l’Olanda, che ha ribadito: «non siamo obbligati» ad accettare il trasferimento dei migranti. Salvini ha preso atto: «era il nostro obiettivo. Fino a ieri l’Europa se ne fregava; guarda caso nelle scorse ore la Commissione europea ha cominciato a muoversi, la Germania ha offerto disponibilità. Vuole dire che la nostra linea paga». La linea è quella del «porti chiusi». Per contestarla il Pd ha presentato un esposto alla procura di Siracusa contro il Governo. Il divieto di sbarco, secondo i Dem, configura «una illegittima privazione della libertà personale» per le persone salvate. Il procuratore del capoluogo siracusano Fabio Scavone si è tirato indietro: «la decisione dello sbarco - ha sottolineato - non spetta a me. Io posso solo verificare se ci sono condizioni igienico sanitarie di assoluta carenza che possano determinare l’inidoneità della nave alla navigazione o a consentire l’ulteriore permanenza a bordo delle persone. Valutiamo giorno per giorno». La speranza della Sea Watch era riposta nella Cedu, a cui aveva chiesto «misure urgenti» per «porre fine alla violazione dei diritti fondamentali prefigurata dal fatto di impedire l'ingresso nel porto della nave e lo sbarco di tutte le persone a bordo». I giudici di Strasburgo hanno esaminato il caso, valutando anche la memoria difensiva del Governo italiano secondo cui la «giurisdizione appartiene all’Olanda», dove andrebbero trasferiti i 47 a bordo della nave. La Corte, nella sua pronuncia, si è limitata a chiedere all’Italia di «prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua». E la prefettura ha disposto proprio oggi l’invio di un bagno chimico. Per i minori non accompagnati ha sollecitato il Governo a garantire anche una «tutela legale» adeguata. Ma non ha accolto la richiesta di ordinare all’Italia lo sbarco dei migranti.