Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Caso Cucchi, indagato per favoreggiamento il colonnello Sabatino: comandante dei carabinieri di Messina

Il comandante provinciale dei carabinieri di Messina, Lorenzo Sabatino

C'è anche il colonnello Lorenzo Sabatino, ex comandante del Reparto operativo di Roma e attualmente comandante provinciale a Messina, tra i carabinieri indagati dalla procura di Roma nell’ambito del nuovo filone di inchiesta sui falsi e sui depistaggi legati alle condizioni di salute di Stefano Cucchi, il 32enne geometra arrestato la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 per droga e deceduto sei giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini.

Di Sabatino, indagato per favoreggiamento, ha parlato ieri davanti alla corte d’assise nel processo-bis a cinque militari dell’Arma, di cui tre accusati di omicidio preterintenzionale, il maggiore Pantaleone Grimaldi, sentito come persona informata sui fatti in relazione al nome di Cucchi 'sbianchettatò dal registro del fotosegnalamento al momento del suo arresto.

Grimaldi ha raccontato in aula che nel novembre del 2015, quando la nuova inchiesta della procura aveva preso il via, fu una telefonata di Sabatino (incaricato di raccogliere tutta la documentazione possibile sulla vicenda custodita dall’Arma) ad annunciargli l’arrivo alla Compagnia Casilina del capitano Tiziano Testarmata per fare copia della documentazione su Cucchi ancora conservata in un armadio chiuso a chiave.

«Capii subito che eravamo di fronte a una irregolarità, peraltro sanzionabile anche con un provvedimento disciplinare - ha detto Grimaldi in corte d’assise - quando scoprimmo sul registro del fotosegnalamento che il nome di Cucchi era stato 'sbianchettatò e sostituito con quello dell’arrestato successivo. Perciò dissi al capitano Testarmata che quel documento doveva essere sequestrato. Lo invitai a portare con sè il registro in originale, perchè era palese che dovesse essere analizzato con maggiore attenzione. La cancellazione del nominativo, oltre ad essere irrituale, era fortemente sospetta».

Ma Testarmata, che si era allontanato per fare una telefonata, tornò dicendo che l’ordine superiore era quello di limitarsi a «fare una copia conforme, senza prendere l’originale. Io riposi la mia fiducia nel capitano e decisi di non insistere più», ha concluso Grimaldi. Per questa vicenda Testarmata è finito sotto inchiesta, come del resto Sabatino che, interrogato due giorni fa in procura, ha respinto le accuse.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia