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Operazione "Scrigno", Messina Denaro e i tesori trafugati dai tombaroli

Matteo Messina Denaro

La passione dei Messina Denaro per i tesori trafugati dai tombaroli. C'è anche questo tra le intercettazioni inserite nella misura della operazione «Scrigno» in seguito alla quale sono stati eseguiti 25 arresti nella provincia di Trapani.

Un'indagine - nel territorio del latitante Matteo Messina Denaro - che ha svelato gli stretti intrecci tra mafiosi ed esponenti politici, tra cui l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello.

Siamo a ridosso delle elezioni regionali del 2012. Si legge nella misura emessa dal gip di Palermo, Piergiorgio Morosini: «...erano esplicitati anche i rapporti privilegiati di un politico locale con la famiglia Messina Denaro. L’ex consigliere di Castelvetrano, Calogero Giambalvo, (captato in una intercettazione ambientale, ndr) riferiva che il padre dell’esponente politico era un abile tombarolo e che i reperti archeologici che riusciva a trafugare li vendeva personalmente al capo mafia Francesco Messina Denaro ed al figlio Matteo: «..lo Zu Cicciu Denaro prima di morire, prima di morire gli dava 200 milioni, prima di morire lo Zu Cicciu, lui tutte cose a loro vendeva, lui tutte cose a loro vendeva, perchè loro erano quelli che compravano Matteo e lo Zu Cicciu ... Matteo e lo Zu Cicciu erano quelli che compravano tutte cose e loro vendevano hai capito? Lo Zu Cicciu per una... gli da dava 200 mila euro, duecento milioni...».

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