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I migranti della Sea Eye verso Malta, esposto dell'ong Mediterranea contro il governo

I naufraghi della Alan Kurdi scenderanno a Malta dove, a differenza di quanto chiesto dal governo italiano pronto ad accettare solo due donne con i loro bimbi, le famiglie non saranno separate. L’ennesimo salvataggio nel Mediterraneo, che stavolta riguarda la ong tedesca Sea Eye, sembra giunto alle battute finali. Ma l’organizzazione no profit non ha mancato una stoccata al ministro Salvini, accusato di aver «umiliato i naufraghi» e «sfruttato tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione».

A rincarare la dose è anche Mediterranea, che ha depositato un esposto alla procura di Agrigento per il divieto di sbarco a Lampedusa imposto dal Viminale alla ong tedesca, in applicazione della nuova direttiva Salvini. Un 'nò allo sbarco ad eccezione di due donne con i loro figli di 1 e 6 anni, e una terza migrante incinta, che però hanno deciso di restare a bordo e non separarsi dalle famiglie. E proprio sulla nave di Mediterranea, la Mare Ionio, salirà a bordo forse fin dalla prossima missione il senatore Gregorio De Falco, ex M5s, famoso per il suo ruolo nei soccorsi alla Costa Concordia.

De Falco sta definendo gli aspetti tecnici del suo contributo alla 'causà della Ong, che con la sua nave partirà la prossima settimana verso le acque al largo della Libia. L’ufficiale delle Capitanerie di porto, oggi in politica, sarà impegnato nelle operazioni di soccorso dei naufraghi. Intanto la Alan Kurdi - nave della ong Sea Eye - ha lasciato le acque a ridosso di Lampedusa per dirigersi con i suoi 64 naufraghi verso Malta. L’approdo a La Valletta per ora non è comunque scontato.

«Un sacco di gente è costretta a dormire sul ponte. Il tempo sta peggiorando significativamente - scrive Sea Eye -. Abbiamo bisogno di un rifugio sicuro». E il ministro dell’Interno commenta: «Dietrofront, nave Ong diretta a Malta. Molto bene, in Italia non si passa».  Ma per Mediterranea, «il blocco navale operato contro la Alan Kurdi al largo di Lampedusa, riguarda ordini illegali». Per questo la ong italiana ha depositato un esposto alla procura di Agrigento, che aprirà un fascicolo. Pronta la replica di Salvini: «Possono aprire delle enciclopedie a mio carico, ma io non cambio assolutamente atteggiamento. I porti sono e rimangono chiusi e inibiti al traffico indesiderato».

Sul tema dei migranti è intervenuto anche il Papa nel corso di un’udienza ai docenti e agli studenti dell’Istituto San Carlo di Milano: «Non bisogna avere paura dei migranti. I migranti siamo noi, Gesù è stato migrante». A chi dice che «sono delinquenti», Francesco replica: «Ma ce ne sono tanti anche tra noi...La mafia non è stata inventata dai nigeriani, la mafia è un 'valore' nazionale, è nostra, italiana».

E sul fronte degli sbarchi nel Mediterraneo, il braccio di ferro tra il Viminale e le organizzazioni non governative proseguirà quasi sicuramente anche nelle prossime settimane, quando la Mare Jonio - nave di Mediterranea - ripartirà verso le coste libiche.

«Abbiamo messo assieme equipaggi di terra e di mare, ora c'è ancora maggiore necessità di andare in Libia. La direttiva Viminale, secondo cui la Libia sarebbe un porto sicuro, è carta straccia perché viola i codici marittimi e la convenzione di Amburgo. Se recupereremo naufraghi vireremo poi sempre verso il porto sicuro più vicino», spiega Mediterranea annunciando la presenza di parlamentari a bordo e di un nuovo capo missione. Anche il Pd attacca: «Salvini vive di polemiche sull'immigrazione, vive di divisioni, vive di lacerazioni nel Paese - ha detto il deputato dem e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato -. Non si costruisce la sicurezza allontanando una nave o mandando via dieci migranti».

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