Venerdì 27 Dicembre 2024

‘Ndrangheta, colpo alla cosca di Piscopio: retata con 30 arresti fra Vibo e Reggio 

Trentuno arresti tra Vibo, Reggio Calabria, Palermo e altre città italiane sia al Sud che al Nord: è questo il risultato di una maxi operazione condotta dalla polizia di Vibo Valentia, a conclusione di complesse indagini condotte in collaborazione con la Questura di Catanzaro e con il Servizio centrale operativo e con il coordinamento dalla Procura antimafia di Catanzaro. La cosca colpita nell'operazione è quella cosiddetta dei "piscopisani", così chiamata perché ha la sua base operativa nella frazione "Piscopio" di Vibo Valentia. La polizia ha documentato incontri tra gli esponenti dei clan che si svolgevano nella piazza centrale della frazione di Piscopio, a Vibo Valentia: tutti avevano l'accortezza di lasciare i cellulari prima di incontrarsi e dialogare. Gli arrestati sono: Michele Fiorillo, 33 anni, alias "Zarrillo" di Piscopio; Benito La Bella, 31 anni, di Piscopio; Nicola Barba 67 anni, di Vibo Valentia di Vibo; Giuseppe Salvatore Galati, 55 anni (già condannato in "Crimine"), di Piscopio; Salvatore Vita, 44 anni, di Vibo Marina; Rosario Battaglia, 35 anni, uno dei vertici del locale di Piscopio; Nazzareno Colace, 55 anni, di Portosalvo; Angelo David, 36 anni, di Piscopio; Ippolito Fortuna, 59 anni, di Vibo Marina (già coinvolto nell'operazione antidroga "Stammer 2"); Francesco Tassone, 42 anni, imprenditore agricolo residente a Vibo; Giovanni Battaglia, 36 anni, di Piscopio; Francesco D'Ascoli, 48 anni, di Piscopio; Stefano Farfaglia, 36 anni, di Piscopio; Francesco Felice, 26 anni, di Piscopio; Nazzareno Fiorillo, 54 anni, detto "U Tartaru", di Piscopio; Rosario Fiorillo, 30 anni, detto "Pulcino", di Piscopio; Francesco Fortuna, 25 anni, di Vibo Marina; Maria Concetta Fortuna, 61 anni, di Piscopio; Sacha Fortuna, 40 anni, di Vibo, residente nel Bolognese (fratello di Davide Fortuna, ucciso nel 2012 sulla spiaggia di Vibo Marina); Nazzareno Fortuna, 30 anni, di Piscopio; Giovanni Giardina, 41 anni; Francesco La Bella, 46 anni, di Piscopio; Mario Lo Iacono, 38 anni; Cosmo Michele Mancuso, 70 anni, di Limbadi; Pantaleone Mancuso, 58 anni, detto "Scarpuni", di Limbadi, residente a Nicotera Marina; Nazzareno Pannace, 30 anni; Francesco Popillo, 34 anni; Francesco Romano, 33 anni; Gaetano Rubino, 39 anni; Pierluigi Sorrentino, 29 anni; Michele Staropoli, 53 anni. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, sono stati arrestati in flagranza di reato Angelo David, per il possesso di mezzo chilo di marijuana, e Sacha Fortuna per il possesso di una carta d'identità valida per l'espatrio falsa. Nell'operazione, chiamata "Rimpiazzo", sono stati impiegati oltre 200 poliziotti a Vibo Valentia e altri nelle province di Reggio Calabria, Palermo, Roma, Bologna, L’Aquila, Prato, Livorno, Alessandria, Brescia, Nuoro, Milano e Udine. Sono 31 le persone coinvolte nell’operazione e per le quali è stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa; estorsione, danneggiamento e rapina, aggravati dal metodo mafioso; detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, lesioni pluriaggravate, intestazione fittizia di beni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Dall'inchiesta emerge che la cosca dei "piscopisani" voleva rimpiazzare quella dei Mancuso, storicamente dominante sul territorio, nel controllo delle attività illecite in una vasta area comprendente Vibo Valentia ed alcune frazioni: Vibo Marina, Porto Salvo e Bivona. Il tentativo dei "piscopisani" di spodestare i Mancuso fu la causa di uno scontro tra i due gruppi che provocò anche alcuni omicidi. Gli uomini di Piscopio spacciavano la cocaina anche nelle piazze di Palermo. Un clan considerato in grande ascesa, con l’ambizione di competere proprio con la cosca Mancuso di Limbadi (sempre nel Vibonese), una delle più agguerrite del panorama mafioso calabrese, egemone sulla provincia. Gli uomini del questore Andrea Grassi sono riusciti a ricostruire l’organigramma del clan, inquadrando ruoli e funzioni. Di particolare rilievo investigativo, il fatto che l’organizzazione riuscisse a piazzare cocaina a Palermo, a dimostrazione del ruolo ormai egemone che la 'ndrangheta svolge nel trattare grossi quantitativi di droga a livello internazionale, rifornendo anche territori dove sono presenti altre mafie.

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