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Migranti della Alan Kurdi a Malta, saranno distribuiti in 4 Paesi. Salvini: "Nessuno in Italia"

La nave Alan Kurdi

I 64 migranti a bordo della nave Alan Kurdi «sbarcheranno a Malta» e «saranno ridistribuiti tra Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo»: lo ha reso noto il premier maltese, Joseph Muscat, in un tweet. La soluzione arriva - spiega - grazie a «un efficace coordinamento della Commissione europea e Malta». Nessuno dei migranti soccorsi resterà a Malta «che non può assumersi questo onore da sola», ha aggiunto Muscat.

«Nessuno dei migranti resterà a Malta e alla nave Alan Kurdi non sarà permesso di entrare a Malta», è precisato in una nota del governo maltese che inoltre «esprime
l'apprezzamento per il ruolo centrale assunto dalla Commissione europea e dall’assistenza offerta dai quattro stati membri che sono intervenuti in queste circostanze».

Il governo della Valletta inoltre sottolinea: «Ancora una volta il più piccolo Stato membro dell’Unione europea è stato messo sotto una pressione non necessaria, chiedendogli di risolvere un caso di cui non aveva né responsabilità né competenza. È stata trovata una soluzione affinché la situazione non peggiorasse ulteriormente, ma mettendo anche in chiaro che Malta non può continuare a sostenere questo fardello».

«Ottime notizie! Come promesso, nessun immigrato a bordo della nave Alan Kurdi arriverà in Italia. Verranno trasferiti in altre nazioni europee, a partire dalla Germania che è il paese di quella ong». Così il ministro dell’interno Matteo Salvini commenta l’annuncio del governo maltese sulla distribuzione dei 64 soccorsi dalla nave di Sea Eye a Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo.

«E ora - spiega Salvini - anche La Valletta fa benissimo a denunciare la pressione indebita e pericolosa delle Organizzazioni non governative. La vicenda della Alan Kurdi - sottolinea - rafforza la collaborazione tra Italia e Malta contro i trafficanti di esseri umani: non possiamo essere lasciati soli a fronteggiare sbarchi e trafficanti di esseri umani. Ribadiamo, con forza, che le ong non sono al di sopra della legge. Noi e Malta siamo stati i primi a dirlo, e ora se ne accorgono in tutta Europa».

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