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Sparatoria a Napoli, resta in gravissime condizioni la bambina ferita

Restano «estremamente critiche», recita il bollettino medico dell’Ospedale pediatrico Santobono, le condizioni di N.S., la bambina di quattro anni colpita da un proiettile durante un agguato di camorra ieri pomeriggio a Napoli. «Il proiettile, di tipo 'blindato' e delle dimensioni della falange di un dito - dice all’ANSA il dg del Santobono, Anna Maria Minicucci - ha provocato un’emorragia in entrambi i polmoni, che hanno le dimensioni ridotte di quelli di una bambina, compromettendone la funzionalità. Respirava male, l’ emorragia non si è fermata e l’intervento eseguito in nottata e durato tre ore è stato salvavita. Impossibile fare previsioni, le prossime 24-48 ore saranno decisive, ma la piccola ha una chance».

Davanti alla porta della rianimazione ci sono i genitori di N.S. ed i parenti. Arriva una volontaria che chiede notizie. «Stiamo pregando tutti per lei. È assurdo quello che le è successo». Tensione e rabbia dei parenti si scaricano sui giornalisti. Sul fronte delle indagini la polizia esamina le immagini delle telecamere di videosorveglianza per cercare di identificare il sicario di corporatura tozza, vestito di nero, che ha aperto il fuoco contro il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 32 anni, bersaglio della raffica di proiettili, considerato vicino ai clan del quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli, dove è in corso una faida a colpi di omicidi e «stese», ma trasferitosi nel rione del Pallonetto di S. Lucia, in zona centro.

Nurcaro è stato raggiunto da sei proiettili ed è ricoverato in condizi oni gravissime. È difficile, però, che il killer, giunto a bordo di una moto, sia stato solo nell’agguato. «Non gli daremo pace fino a che non li scopriremo», dice il questore Antonio de Iesu, nel giorno in cui con un’operazione congiunta polizia e carabinieri hanno arrestato i responsabili dell’omicidio del pregiudicato Luigi Mignano, avvenuto il 9 aprile davanti ad una scuola del Rione Villa di S. Giovanni a Teduccio proprio davanti agli occhi di un bimbo, il nipotino della vittima.

A Napoli oggi si ripete il miracolo di San Gennaro: «Questa nostra città - ammonisce il cardinale Crescenzio Sepe - è colpita da atti criminali a ripetizione. Quelli che sparano sono barbari, non uomini. Il sangue innocente grida vendetta al cospetto di Dio». La politica si divide tra chi chiede preghiera e raccoglimento per la bambina sospesa tra la vita e la morte e chi fa montare la polemica e lancia accuse.

Il sindaco De Magistris - che in nottata si è recato all’ospedale Santobono per informarsi sulle condizioni della bimba - ha annullato gli impegni pubblici, e dice che «è il momento della preghiera» , rimandando ai prossimi giorni «le considerazioni politiche ed istituzionali». Per il presidente della Giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca «la situazione della sicurezza a Napoli è ormai insostenibile».

«Ci auguriamo che l’importante operazione di polizia e carabinieri - possa significare l’inizio di una svolta radicale», aggiunge. Il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra attacca Salvini su Twitter: «si occupi di mafia, invece di terrorizzare i migranti». Gli rispondono i sottosegretari della Lega Stefano Candiani e Nicola Molteni, che gli ricordano i 12 arresti di oggi e gli altri risultati raggiunti e lo invitano ad «informarsi di più». Anche il vicepremier Di Maio promette preghiere e dice che «serve più sicurezza e più uomini sul territorio». Preghiere per la bambina ferita le annuncia anche il ministro per gli Interni Matteo Salvini. «Chi l’ha colpita sappia che non avrà tregua», dice.

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