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Indagata per falso Piera Aiello, deputata siciliana del M5S. La Procura chiede l'archiviazione

Piera Aiello

Piera Aiello, 51 anni, la testimone di giustizia eletta alla Camera nella fila del M5S, è indagata per falso in atto pubblico dalla Procura di Sciacca.

L'indagine è legata alla sua candidatura: all'Ufficio anagrafe del Comune di Partanna, dove la parlamentare è nata, il nome Piera Aiello, non esiste più, non è certificabile, proprio per la sua condizione di testimone di giustizia.

Secondo i pm la deputata, per candidarsi in Parlamento, con questo nome "congelato", ha compiuto delle forzature.

Piera Aiello, la testimone di giustizia, cognata di Rita Atria, si dice amareggiata: "E' una vicenda squisitamente politica: la mia candidatura ha tarpato le ali a qualche avversaria, che si è arrampicata sugli specchi per segnalare agli inquirenti irregolarità, che sono inesistenti. Mi sono candidata con il beneplacito degli organismi competenti, che, naturalmente, hanno vagliato la situazione".

"Ho dato la vita allo Stato - sottolinea -. Per un quarto di secolo sono stata un fantasma, senza un volto ed un nome. E solo chi ha vissuto la mia stessa condizione può capire cosa significhi tutto ciò. Una vita fatta di rinunce e sacrifici". Per la deputata del M5S, componente della Commissione parlamentare antimafia, la magistratura, dinanzi a delle segnalazioni, non poteva che aprire un fascicolo. "Ma sono serena e fiduciosa - assicura -, che tutto finirà in una bolla di sapone".

La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per falso nei confronti della parlamentare del M5s Piera Aiello. Il fascicolo, secondo quanto si è appreso, era stato aperto in seguito all’esposto presentato da una candidata non eletta di Alcamo, che aveva denunciate presunte irregolarità legate all’identità dichiarata dalla Aiello, testimone di giustizia sotto copertura, al momento della presentazione della sua candidatura. La Procura, guidata da Roberta Buzzolani, dopo avere acquisito una serie di documenti ed avere ascoltato anche la parlamentare, ha accertato che la donna, al momento della presentazione della candidatura, era regolarmente iscritta con il suo vero nome negli elenchi dell’anagrafe del Comune di Partanna, dove risultava ancora residente. La firmataria dell’esposto si è opposta all’archiviazione, ma il gip non ha ancora fissato la data dell’udienza per la decisione.

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