Il consiglio di Stato, presieduto da Franco Frattini, ha accolto il ricorso presentato dall’ex magistrato Antonio Ingroia, oggi avvocato, difeso dall’avvocato Beatrice Miceli, e ha riassegnata la scorta che gli era stata revocata. I giudici, hanno stabilito in base all’istruttoria del Ministero dell’Interno che per l’ex pm c'è «un rischio non possa ritenersi ad oggi del tutto escluso». Il primo provvedimento di revoca della tutela era stato firmato dell’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti. «La politica mi ha tolto la scorta e la giustizia me l’ha restituita - ha detto Ingroia, - Posso essere sicuramente soddisfatto del provvedimento del Consiglio di Stato che riconosce di fatto quel principio che in molti avevano dimenticato, ovvero che la mafia non dimentica. Per vent'anni mi sono occupato di mafia come magistrato in prima linea e già nelle missive inviate ai due ministri dell’Interno che si sono succeduti chiedevo una seria ed approfondita disamina dei fatti». «Anche perché il tema della sicurezza non può essere certamente affrontato in modo prettamente burocratico. - ha osservato - Ringrazio i giudici del consiglio di Stato che hanno dimostrato che il diritto esiste ancora e il mio avvocato che ha fatto valere le mie richieste».