Bufera su Lucano alla Sapienza: "Andrò senza scorta". Vietata la manifestazione di Forza Nuova
Mimmo Lucano non si smentisce. Malgrado le inchieste giudiziarie, gli inevitabili errori ed il divieto di dimora che gli impedisce di tornare nella "sua" Riace, tira dritto per la sua strada e conferma che lunedì sarà a Roma, all’Università La Sapienza, dove la Questura ha vietato una manifestazione di protesta indetta da Forza Nuova contro la presenza di Lucano all’incontro sul tema dell’accoglienza. Il sindaco sospeso spera che prima o poi le cose per lui si rimetteranno a posto. Intanto, continua a divulgare le sue idee sui temi del rispetto dei più deboli e delle 'porte aperte'. Per questo Gaetano Lettieri, direttore del Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e Spettacolo, dell’Università La Sapienza, lo ha invitato all’incontro, in programma lunedì, su 'Il senso dei luoghi e il senso degli altri. Riace da condividere'. Lettieri ha ribadito l’invito a Lucano, dicendosi "onorato" di ospitarlo insieme a Vito Teti, professore di Antropologia culturale dell’Università della Calabria. Contro l’iniziativa, Forza Nuova voleva protestare in contemporanea all’incontro su Riace. Secondo il leader del gruppo neofascista, Roberto Fiore «nel periodo della campagna elettorale non è necessario avere l’autorizzazione per i comizi. L'unica resistenza è quella etnica!». Ma la Questura di Roma non è stata dello stesso parere e, per motivi di ordine pubblico, non ha dato il nulla osta e ha vietato la manifestazione. Lucano conferma la sua presenza. «Lunedì - dice, parlando con l'ANSA - a 'La Sapienza' ci sarò. Ci andrò senza scorta, perché non ho mai fatto male a nessuno e perché non temo il clima di odio, che mi sembra assurdo. Sarò lì per raccontare l’esperienza di accoglienza che abbiamo vissuto a Riace, fatta di bene e di umanità per tutti. Vivremmo in una dittatura se si potesse davvero impedire a qualcuno di esprimere il proprio pensiero. Sarebbe la fine della democrazia. Il racconto dell’esperienza di Riace servirà a ribadire che non bisogna chiudere la porta a nessuno e che non si possono giudicare e trattare le persone in base al colore della pelle, interrogandosi sui motivi per cui arrivano da noi da Paesi così lontani. Ciò che conta é il senso di umanità ed il bene collettivo. Dire 'prima gli italiani', non ha alcun senso e serve soltanto a creare un clima di scontro». Lucano, mercoledì e giovedì scorsi, è stato ospite a Cinisi della fondazione 'Giuseppe Impastato', che gli ha conferito il premio intitolato all’attivista ucciso dalla mafia. «Un riconoscimento - dice Lucano - che mi ha fatto piacere perché la giustizia sociale che perseguiva Peppino Impastato é la stessa che caratterizza ogni giorno il mio impegno di vita».