Sea Watch, i migranti a bordo sbarcano a Lampedusa. L'ira di Salvini: "Qualcuno ne risponderà"
Scatta il sequestro della Sea Watch ferma da due giorni al largo di Lampedusa e i migranti a bordo vengono fatti sbarcare. I 45 migranti rimasti sulla Sea Watch sono arrivati a piccoli gruppi su gommoni della capitaneria di porto sul molo del porto di Lampedusa. Le prime persone, fatte salire sui natanti con giubbotto salvagente, dopo la procedura di routine sono state portate al centro di accoglienza dell’isola. Due migranti, un disabile e una donna incinta, erano già stati portati sull'isola perché bisognosi di cure. Matteo Salvini assiste in diretta tv allo sbarco dei migranti dalla nave Sea Watch 3. E’ in diretta a L'Arena su La7, quando una telecamera che trasmette immagini in diretta mostra alcuni migranti, con giubbotto di salvataggio, che scendono in porto da un’imbarcazione della Capitaneria di porto. «Qualcuno l’ordine lo avrà dato. Questo qualcuno ne dovrà rispondere», si irrita il ministro. Il M5s fa sapere che non sono stati i suoi ministri. Ma Salvini insiste: «Chiunque sia stato ne risponderà davanti agli italiani». La svolta arriva nonostante il no ripetuto per tutto il giorno da Matteo Salvini, e ribadito con forza dopo il sequestro: «Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge. Questo vale anche per organi dello Stato: se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo». Il riferimento è al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: il blocco dell’imbarcazione, infatti, è finalizzato a fare i necessari accertamenti e a verificare se la condotta del comandante della nave abbia violato la legge. Ma porta con sé anche lo sbarco dei migranti che «messi in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria" ha detto Patronaggio. Ma l’ira del ministro dell’Interno colpisce anche l’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu che in una lettera al ministro degli Esteri aveva criticato le sue direttive anti-migranti e chiesto di non approvare il decreto sicurezza bis: «un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri Corea del Nord e Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini, per il decreto sicurezza. Fa ridere, è' da 'Scherzi a parte'». A sbloccare la situazione della Sea Watch è stata l’ultima comunicazione del comandante Arturo Centore, che a Guardia Costiera e Gdf ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l’autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l’ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa. «I naufraghi - ha spiegato la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi - hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione». A quel punto si è preferito intervenire e i finanzieri sono saliti a bordo della nave, per un’attività di polizia giudiziaria d’iniziativa finalizzata al sequestro. «La nave è a disposizione degli inquirenti che hanno disposto un sequestro probatorio per verificare se c'è un reato da contestare» conferma Linardi, che poi ironizza sui 'nò di Salvini: «Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi». Una conclusione che al Viminale non è piaciuta affatto tanto che, è la convinzione, l’intervento della Gdf sarebbe stato fatto d’intesa con i pm proprio per «tenere fuori» il ministero e aggirare il divieto di sbarco di Salvini. «C'è stata un’accelerazione d’intesa tra tutti che ha di fatto spogliato il Viminale delle sue competenze» dicono gli uomini del ministro. E a chi gli chiede se in quest’intesa un ruolo l’abbiano avuto il premier Conte e il leader M5s Di Maio, rispondono così: «quello che si nota è lo straordinario silenzio di entrambi, che erano stati invece così prodighi di dichiarazioni in questi giorni». Così, quando il sequestro della nave diventa ufficiale, dal Viminale partono due bordate, dopo che già in mattinata Salvini - riferendosi all’inchiesta di Catania in cui è indagato proprio per un precedente sbarco della Sea Watch - aveva preso di mira i magistrati. La prima frecciata è proprio per i pm: «la Sea Watch è una nave fuorilegge e il ministro Salvini si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, la magistratura faccia come crede ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco», dicono dal ministero. L’altra è tutta per gli alleati di governo. La vicenda della Sea Watch, fa dire Salvini ai suoi, «conferma l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis già nel Cdm di domani, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro». Lui è ancora più diretto: «spero che nessuno voglia perdere altro tempo».