Guidava senza patente. Perché lui, la patente, non l’ha mai conseguita. E così, quando ha travolto Elena, diciannovenne all’ottavo mese di gravidanza, è scappato. "Per paura", ha detto al pm che lo ha interrogato.
E’ stato catturato Samir Ouelmess, 28 anni, nato a Pinerolo (Torino) da madre italiana e padre marocchino, dopo le serrate ricerche della polizia municipale di Orbassano, il Comune nel cui territorio ha provocato l’incidente il 23 maggio.
La giovane investita era stata trasportata all’ospedale Cto di Torino, ha partorito con un cesareo d’urgenza. La figlia, Sofia, che oggi ha una settimana di vita, è in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva neonatale del Sant'Anna, diretto dal dottor Daniele Farina. Nelle ultime ore c'è stato un lieve miglioramento, ma quello che preoccupa i medici è l'aspetto neurologico.
Ouelmess era al volante di una Fiat Stilo nera. Al pm Vito Destito ha spiegato che a nemmeno cento metri dallo schianto, mentre si allontanava, ha avuto un ripensamento. Poi ha proseguito la corsa fino a nascondere l’auto. La macchina è assicurata. Ma lui, che a qualche piccolo precedente alle spalle, non ha mai avuto il documento di guida.
Oggi è stato arrestato per lesioni gravissime e omissione di soccorso. I vigili di Orbassano l’hanno rintracciato nella sua casa, a Piossasco. A lui sono risaliti analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza dei benzinai della provinciale e grazie all’esame di alcuni frammenti di carrozzeria che, nell’urto, si sono staccati dalla vettura.
«Almeno ora sappiamo chi è stato, anche se questo, purtroppo, non migliora le condizioni di mia figlia e della mia compagna», dice il fidanzato Marius Stan. Quel giovedì, sulle strisce pedonali, al fianco della sua Elena c'era anche lui. «In un attimo - sottolinea - ho rischiato di perdere ciò che di più caro ho al mondo. Se quell'uomo si fosse fermato, magari le cose sarebbero andate diversamente. Odio? Non l’ho mai odiato e non lo faccio neppure ora».
Ouelmess, che sino a qualche anno fa lavorava come barista in un locale, a Torino, ora è in carcere. «Abbiamo sempre avuto piena fiducia - commenta Claudio Dal Borgo della Gs Risarcimento danni, patrocinatore legale dei genitori di Sofia - nell’operato della polizia municipale. Fiducia che è stata confermata. Un lavoro fatto con attenzione, dedizione e caparbietà ha portato a individuare il responsabile».
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