La Sea Watch resta al largo di Lampedusa, finanza a bordo per consegnare il decreto sicurezza bis
«Lettere d’amore da Roma». Con queste parole Sea Watch annuncia sui social l’arrivo della guardia di finanza a bordo della nave per «notificare il decreto sicurezza bis», entrato in vigore ieri e che prevede multe da 10 a 50 mila euro e l’eventuale confisca dell’imbarcazione in caso di ingresso in acque territoriali italiane. Per il quinto giorno consecutivo, dunque, la Sea Watch resta al largo delle coste di Lampedusa, prendendosi cura dei 43 migranti rimasti a bordo, dopo il via libera allo sbarco, avvenuto ieri, di alcuni minori, donne incinte e persone malate. Matteo Salvini, nel suo tweet della domenica, cita papa Wojtyla, quando nel 2003 disse che «è responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune». Sea Watch continua a chiedere «un porto sicuro», mentre a bordo le condizioni dei migranti salvati martedì scorso continuano a destare preoccupazione. «In Libia non torneremo», ripetono dalla nave, mentre proprio davanti alle coste di Tripoli la Guardia costiera di Tripoli ha intercettato un gommone con 35 migranti a bordo, comprese tre donne e due bambini, riportandoli in un «centro di controllo dell’immigrazione illegale». «La scorsa notte il ministero dell’Interno - racconta Sea Watch su Twitter - ha inviato una nave della guardia di finanza per assicurarsi al 100% che il nostro capitano e il nostro capomissione fossero informati sul nuovo decreto del ministro Salvini, che prevede una multa fino a 50 mila euro per portare in sicurezza le persone salvate». I militari non hanno comunque notificato atti formali all’equipaggio, ma si sarebbero limitati a consegnare il testo del provvedimento. La replica del ministro, in missione a Washington, arriva dai social. Questa volta, però, pubblica una foto di papa Giovanni Paolo II e una sua citazione sui flussi migratori. «L'accoglienza - disse - deve sempre realizzarli nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi». Intanto, sul tema migranti monta anche un’altra polemica che parla del trasferimento dalla Germania all’Italia, via aereo, di 1.200 profughi in sei mesi. «Svelato il fallimento della politica di Salvini», dice il deputato Pd, Filippo Sensi. «Perché il governo gialloverde non ha mosso un dito in Europa per modificare il Trattato di Dublino? - si chiede la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini -. Il peso specifico dell’Esecutivo Conte-Salvini-Di Maio è pari a zero». «Angela Merkel scarica il problema sicurezza e immigrazione della Germania sulla nostra Nazione», il commento della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.