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Rivolta nel carcere di Poggioreale a Napoli, il Dap: "Allarme rientrato"

Alta tensione nel carcere Poggioreale di Napoli, dove si è conclusa una rivolta da parte della quasi totalità dei detenuti ristretti nel Padiglione Salerno (circa 300). Una situazione incandescente - denuncia il Sappe - con una sezione detentiva distrutta dai rivoltosi. "La situazione è molto grave", dice Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.

La protesta si è conclusa dopo un confronto tra i detenuti, il Comandante e il Provveditore della Campania e hanno fatto tutti rientro nelle proprie celle. Lo si apprende da un comunicato diffuso dal Ministero della Giustizia. Il gruppo di 220 facinorosi - ricostruisce i fatti la nota - aveva preso possesso nel primo pomeriggio del padiglione Salerno dell'istituto, sfogando la propria rabbia sulle strutture del reparto detentivo e sulle suppellettili. Immediatamente il Prap campano ha mobilitato squadre di agenti di Polizia Penitenziaria da altri istituti del territorio che hanno affiancato gli agenti in servizio a Poggioreale, contribuendo a riportare la calma e a ripristinare la normalità. Ingenti i danni arrecati al padiglione, ma fortunatamente nessun ferito fra personale e detenuti.

Sul posto - prosegue la nota - oltre al Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria dell'istituto, sono subito accorsi il magistrato della Procura della Repubblica di Napoli Nunzio Fragliasso e il Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, il quale, proprio nei giorni scorsi, aveva disposto uno sfollamento di 90 reclusi. In breve saranno invece trasferiti, ai sensi della circolare del Capo Dap dell'ottobre scorso, i detenuti violenti autori della protesta. Proprio con particolare riguardo agli eventi critici e alle aggressioni da parte dei detenuti - si sottolinea - il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sta lavorando da tempo.

Dopo la suddetta circolare sul trasferimento dei detenuti per motivi di sicurezza, è stato appositamente istituito un gruppo di lavoro per affrontare in maniera sistematica proprio eventi critici e aggressioni. Il progetto conclusivo, già portato in due occasioni all'attenzione dei sindacati con i quali si è prossimi a un accordo, è ora in dirittura di arrivo, a testimonianza - si conclude la nota - che sulla situazione degli istituti penitenziari l'attenzione del Dap è sempre altissima

"Ci arrivano da Poggioreale - rendeva noto il Sappe - segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente parte del padiglione Salerno stanno continuando da ore a minacciare gli agenti di polizia Penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive con i piedi di legno dei tavoli e manici di scope. Sembra che stessero protestando per sollecitare il ricovero di un detenuto con la febbre". Non si registrano contatti tra detenuti e agenti, né feriti. Sul posto c'è il pm di turno che sta dialogando con i rivoltosi. Atteso l'arrivo di personale di Polizia Penitenziaria di rinforzo.

"Mi sembra evidente - osserva Fattorello - che c'è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell'Amministrazione della giustizia minorile, che assicurino l'ordine e la sicurezza in carcere a Poggioreale tutelando gli agenti di polizia penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione del carcere napoletano".

Il segretario generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta "irresponsabile e gravissima". "Le carceri - sottolinea - sono ad alta tensione anche in Campania, specie a Poggioreale dove i detenuti presenti sono quasi 2.400: ma lo sono per gli agenti di polizia penitenziaria, sempre più al centro di gravi eventi critici come quelli di Poggioreale".

"Forse il pretesto della violenta protesta dei detenuti è tra i più futili, ossia l'incapacità di convivere - seppur tra le sbarre - con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria, in sgarbi avvenuti fuori dal carcere o, ancora, il tempestivo mancato ricovero di un detenuto con febbre. Fatto sta che si è scatenata una pericolosa protesta che ha coinvolto ancora una volta i poliziotti penitenziari, a cui il Sappe rivolge espressioni di vicinanza e solidarietà".

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