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Accoglienza dei migranti, illeciti nelle onlus: 11 arresti in Lombardia, c'è l'ombra della 'ndrangheta

I finanzieri del Comando provinciale di Lodi, su disposizione della Procura di Milano, hanno eseguito numerose perquisizioni e un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone accusate di associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio nell’ambito dell’inchiesta 'Fake Onlus' che vede al centro una presunta gestione economica illecita da parte di alcune onlus che si occupano di accoglienza dei migranti, per presunti profitti illeciti per milioni di euro.

Ammonterebbe a circa 7 milioni di euro il presunto profitto illecito incassato da alcune onlus che si occupano dell’accoglienza dei migranti. Il particolare emerge dall’inchiesta, coordinata dai pm di Milano Boccassini e Prisco e condotta dalla Gdf di Lodi, che ha portato ad 11 arresti per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e autoriciclaggio.

Quattro le onlus coinvolte che avrebbero utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici per gestire l’accoglienza di centinaia di migranti.

Le Onlus al centro dell’operazione 'Fake Onlus' di questa mattina risultano collegate «a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta» e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di «accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le predette cooperative».

Le onlus sarebbero state «sfruttate per fare ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza».

Le misure cautelari a carico di 11 persone, che avrebbero fatto parte di «un’organizzazione  criminale dedita alla truffa e all’autoriciclaggio», sono state eseguite in Lombardia e in Campania. Le indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Gianluca Prisco, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Lodi, vedono al centro, piegano i finanzieri, «un pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma».

Nelle indagini durate due anni è stata accertata «la  progressiva costituzione di Onlus Cooperative,  collegate tra loro da mirati interscambi di cariche amministrative, appositamente costituite» solo per «partecipare ed aggiudicarsi le gare» indette dalle Prefetture «offrendo, spesso, il prezzo più conveniente a ribasso, producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti».

L’alternarsi delle cariche rappresentative nelle onlus nasceva «dalla necessità di partecipare ai bandi in modo da evitare che emergessero i precedenti penali di alcuni indagati», che avrebbero rappresentato «una causa ostativa».

Dal 2014 ad oggi le onlus e le cooperative sociali indagate «hanno beneficiato, complessivamente, di somme pubbliche per oltre 7 milioni di euro ma la gestione economico-finanziaria ha permesso di far luce su un articolato e complesso sistema distrattivo di fondi pubblici». Inoltre, le onlus, chiarisce la Gdf, «risultano essere collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza». Veniva «attestata, falsamente, la possibilità-necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le cooperative».

La presunta associazione per delinquere guidata da Daniela Giaconi, che avrebbe gestito la presunta maxi truffa allo Stato sull'accoglienza dei migranti attraverso quattro onlus, aveva «tra le varie finalità illecite anche quella di garantire supporto economico ad alcuni soggetti colpiti da condanne per reati, tra gli altri, di associazione a delinquere di stampo mafioso», garantendo a questi ultimi «sia uno stipendio senza alcuna prestazione lavorativa, sia consentendo loro di richiedere» con documenti falsi «le misure alternative alla detenzione» perché figuravano come lavoratori, appunto, delle onlus.

Lo scrive il gip di Milano De Marchi nella parte dell’ ordinanza in cui parla dei «pagamenti anomali» in favore di Salvatore Muia (oltre 20 mila euro dalla onlus Milano Solidale), Santo Pasquale Morabito (51 mila euro dalla onlus 'gli amici di Madre Teresa Giulianì) e Salvatore Camerino (oltre 20 mila euro sempre dalla onlus 'gli amici di Madre Teresa Giulianì).

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