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Migranti, la Alan Kurdi verso Lampedusa. Salvini: "Se entra in Italia la sequestriamo"

Alan Kurdi

La guardia di finanza ha notificato all’equipaggio della Alan Kurdi il decreto che vieta l’ingresso nelle acque territoriali italiane. I militari, secondo quanto si apprende, sono saliti a bordo della nave della ong tedesca Sea Eye, che si trova in acque internazionali a circa 20 miglia da Lampedusa, e hanno consegnato al comandante della nave il provvedimento firmato dai ministri Salvini, Trenta e Toninelli che prevede il divieto «di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale».

«Governo tedesco avvisato mezzo salvato, ong avvisata mezza salvata: se entrano in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione - dice il leader della Lega Matteo Salvini in un’intervista a SkyTg24 parlando della Alan Kurdi -. Stiamo giocando a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle. Le navi saranno requisite e saliremo a bordo».

«Dal governo tedesco sono arrivati segnali pessimi: mi hanno girato una email che arriva dalla commissione europea in cui c'è un ricatto da parte del governo tedesco che si era impegnato a prendere 30 immigrati della Gregoretti in cui dicono che li prendono se facciamo sbarcare 40 della Alan Kurdi», ha aggiunto il vicepremier.

La nave si trova a poche miglia da Lampedusa, in attesa di sapere dove potrà sbarcare i 40 migranti soccorsi mercoledì al largo della Libia. Tra questi, ha reso noto la capo missione Barbara Held, ci sono tre bambini, compreso uno di tre anni con una ferita di 10 cm sulla spalla causata da un’arma da fuoco, e due donne, una delle quali è incinta. A bordo ci sono anche due sopravvissuti al raid aereo che lo scorso 2 luglio ha ucciso almeno 50 persone nel centro di detenzione di Tagiura, a est di Tripoli.

La Held ha sottolineato che molti dei migranti hanno raccontato di «terribili esperienze» in Libia: «Stiamo andando a Lampedusa e spero che troveremo un porto sicuro che certamente non è in Libia». L’Ong ha infatti ricevuto dalla Guardia costiera libica una mail, che la invitava ad «andare a Tripoli, come porto sicuro» per lo sbarco, un invito rispedito al mittente: «Obbediremo al diritto internazionale e non riporteremo nessuno in un Paese in guerra civile. La Libia non è sicura!», ha twittato Sea Eye.

«Si immagina un’isola invasa dai migranti ma non è questa la realtà. Ci sono gli sbarchi, è vero, ma c'è anche un sistema di accoglienza collaudato negli anni». Lo ha detto il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello intervistato da Radio Cusano.  «Gli sbarchi sono aumentati - ha aggiunto - è diminuito il numero delle persone che sono sbarcate a Lampedusa. Ultimamente arrivano più dalla Tunisia che dalla Libia. Ad oggi non c'è un dispositivo del Ministro che imponga di chiudere il porto. Il decreto sicurezza è scritto in modo sbagliato. Ho chiesto ma non ho mai avuto un confronto con il ministro Salvini».

E intanto, dopo i 40 recuperati ieri dalla Alan Kurdi, altri 52 migranti sono stati salvati da una nave al largo della Libia: si tratta di 34 uomini, 16 donne e due bambini soccorsi da Open Arms. «Stavano affondando, l’acqua stava entrando nel gommone, ma siamo arrivati in tempo - ha twittato il fondatore della Ong catalana Oscar Camps - Sono al sicuro e ora abbiamo bisogno di un porto sicuro».

Per la nave però c'è il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane. Il provvedimento è stato firmato dal ministro Salvini e dai colleghi Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.

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