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Migranti, dissequestrata la Mare Jonio: "Pronti a tornare in mare"

La nave Mare Jonio

Due navi ong con 163 migranti a bordo 'in giro' per il Mediterraneo in cerca di un porto. Un’altra in partenza da Marsiglia diretta verso l’area ricerca e soccorso libica. E la Mare Jonio, dissequestrata oggi dalla procura di Agrigento, che si prepara a salpare presto.

Cominciano ad assumere le dimensioni di una vera e propria 'flotta' i mezzi umanitari dispiegati nel Canale di Sicilia con grande fastidio del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che continua a firmare - e a far sottoscrivere ai colleghi Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta - decreti di divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane.

E l’Europa? Contatti, riunioni, prese di posizione (oggi la neo presidente della commissione Ursula von der Leyen, che ha incontrato a Roma il premier Giuseppe Conte,  ha riconosciuto che l’Italia è «geograficamente esposta» ai flussi migratori), ma soluzioni concrete non sono in vista. La Alan Kurdi della tedesca Sea Eye, al terzo giorno in mare con 40 soccorsi a bordo, dopo aver girato invano intorno a Lampedusa, in mattinata si è diretta alla volta di Malta.

È stato Gorden Isler, responsabile della nave, ad informare della nuova rotta, postando una foto di uno dei piccoli ospiti, chiamato Djokovic come il tennista, di appena 3 anni e con una ferita da arma da fuoco alla spalla subita in Libia. «Dovremmo riportarlo lì?», chiede ironico Isler, attaccando: «queste sono le persone da cui l’Italia deve essere protetta».

«Ho fatto un discorso ai naufraghi - ha spiegato da parte sua la capo missione Barbara Held - e ho chiarito che non importa quello che succede, non li riporteremo in Libia. Ho detto loro che non so quando e dove potremo sbarcare, ma è imperativo che la gente scenda presto dalla nave, molti hanno passato esperienze traumatiche in Libia e questa incertezza è assolutamente insopportabile a lungo termine».

Dalla ong parte quindi un attacco al ministro dell’Interno, che ieri aveva accusato la Germania di ricatto per aver chiesto lo sbarco dei 40 in cambio dell’accoglienza di 30 dei migranti soccorsi dalla nave Gregoretti: «Salvini usa la bandiera della nostra nave per un conflitto politico con la Germania sulle spalle delle persone salvate». L’altra nave umanitaria in arrivo è la spagnola Open arms, che tra ieri e la scorsa notte, con un doppio intervento, ha preso a bordo 123 persone.

Tra di loro due bimbi, due donne incinte (una di nove mesi con le contrazioni) e persone «con terribili segni di violenza». «Abbiamo bisogno di un porto sicuro per sbarcare», chiedono da bordo. Scontata la risposta di Salvini, che ieri ha firmato il divieto di ingresso nelle acque italiane per la nave, che nella giornata di oggi ha continuato ad avanzare verso nord direzione Lampedusa.

E nelle prossime settimane tornerà a navigare la Mare Jonio, dell’italiana Mediterranea saving humans, dissequestrata per ordine della procura agrigentina. «Ci stiamo già preparando a ritornare al più presto in mare. Abbiamo bisogno di tempi tecnici per riorganizzarci e salperemo prima possibile», fa sapere la ong. È ancora sotto sequestro la Sea Watch della capitana Carola Rackete.

Dalla Germania arriva la notizia che due volti noti della tv tedesca hanno raccolto su internet, attraverso quasi 36.300 donazioni, più di un milione di euro per la ong che ha sfidato l’Italia. Si prepara infine a partire da Marsiglia la Ocean Vikings - bandiera norvegese - delle ong francesi Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. «E' importante essere nel Mediterraneo, perchè le persone continuano ad annegare», dicono dalla nave.

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