Domenica 22 Dicembre 2024

Scuola, al via il nuovo anno: in Sicilia e Calabria si torna sui banchi il 12 e 16 settembre

Il primo giorno dell’anno scolastico 2019/2020 si avvicina e, a partire dalla prossima settimana, gli studenti inizieranno a tornare in classe. Dove troveranno alcuni dei problemi storici della scuola italiana, primo tra tutti supplenze e precari. Si comincia, come è di consueto, con i ragazzi della provincia di Bolzano giovedì 5 settembre. Pochi giorni dopo, giusto il tempo di godersi un altro week-end di vacanza e di riposo, toccherà agli studenti del Piemonte: cerchiato in rosso sul calendario è lunedì 9 settembre, data del loro ritorno a scuola, che dà il via ai calendari scolastici pubblicati da tutte le Regioni. Anche se, in base all’autonomia, ogni singolo consiglio di istituto può modificare la data dell’inizio delle lezioni, magari anticipando di qualche giorno il ritorno in classe in modo da poter usufruire durante l’anno di qualche "ponte" in più o di una settimana di chiusura per attività extrascolastiche. Proprio da lunedì 9 settembre inizia la settimana «calda» del ritorno sui banchi. Mercoledì 11 settembre sarà il primo giorno del 2019 per gli alunni delle scuole della Basilicata, della Campania, dell’Umbria e del Veneto. In Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, provincia di Trento e Valle d’Aosta, invece, si torna giovedì 12 settembre. Non sono pochi i ragazzi che si godranno per intero le prime due settimane di settembre, tornando a scuola solo a pochi giorni dall’inizio dell’autunno. Lunedì 16 settembre si aprono i cancelli degli istituti in Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Toscana, Liguria, Calabria, Sardegna. Ma c'è chi potrà rilassarsi ancora un paio di giorni prima di avere a che fare nuovamente con lezioni, compiti e interrogazioni. Sono i ragazzi della Puglia, gli ultimi a sedersi di nuovo di fronte alla lavagna. Per loro è tutto rimandato a mercoledì 18 settembre 2019. Ma anche quest’anno non mancano i problemi legati all’avvio dell’anno scolastico, complice anche la crisi di governo che ha lasciato "incagliato" nelle procedure parlamentari il cosiddetto decreto sui precari, approvato in Cdm "salvo intese" ma rimasto di fatto inapplicabile, nonostante l’intesa che i sindacati avevano sottoscritto con il governo giallo-verde. Il problema rimane quello della presenza in classe dei docenti titolari: secondo l’associazione sindacale Anief, infatti, parte la caccia al supplente, con 200 mila posti da assegnare per l’inizio dell’anno scolastico e con la possibilità che potrebbero essere "tantissime le messe a disposizione". Si può arrivare a 200 mila posti da assegnare sommando "almeno la metà delle 53.627 nomine a tempo indeterminato andate deserte, i circa 20 mila posti liberatisi a seguito di Quota 100, i 50 mila e oltre posti in deroga su sostegno, decine di migliaia di cattedre nascoste in organico di fatto e altri quasi 20 mila posti liberi su disciplina comune nemmeno richiesti per le immissioni in ruoli". Tutti posti da riempire in pochi giorni.

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