Una richiesta d'aiuto diretta al governo italiano per concedere l'approdo in un posto sicuro. L'appello arriva con un tweet dall'ong Mediterranea a proposito della Alan Kurdi, la nave della ong tedesca "Sea Eye" che sabato scorso ha soccorso 13 naufraghi, tra cui otto minori, nel Mar Mediterraneo.
"La situazione a bordo della Alan Kurdi - è l'appello di Mediterranea - è sempre più grave per i naufraghi soccorsi. Chiediamo che il governo italiano assegni un porto sicuro subito, come previsto dalla legge".
Nella mattinata di oggi, intanto, cinque dei 13 migranti salvati dalla Alan Kurdi sono stati evacuati per motivi medici. La conferma arriva dallo staff della Sea Eye, che da una settimana è al largo di Malta in attesa di conoscere il posto dove sbarcare.
Quattro delle persone evacuate sono minorenni, tre diciassettenni e un quindicenne. Per uno di loro è stata disposta l'evacuazione dopo un tentativo di suicidio.
Sulla vicenda è intervenuto sui social anche il deputato del Pd Matteo orfini: "La Alan Kurdi è ancora in mezzo al mare, con 13 naufraghi a bordo. Ieri per la disperazione uno di loro ha tentato il suicidio. L'ho chiesto ieri e lo ribadisco oggi: il nuovo governo revochi il divieto di ingresso in porto. discontinuità significa via le politiche di Salvini".
Mentre la situazione a bordo della nave è sempre più tesa. "Uno dei naufraghi ha già cercato di togliersi la vita a bordo della Alan Kurdi, ancora bloccata in acque internazionali". A rivelarlo, con un tweet, è Cecilia Strada, la figlia di Gino, il fondatore di Emergency. La donna si trova a a bordo dell'imbarcazione. "Malta dovrebbe indicare un porto sicuro ma non lo fa, l'Italia ha ribadito il divieto di ingresso. La vergogna europea continua. #fateliscendere", conclude il post.
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