Nessun danno erariale, ma un uso «illegittimo» dei velivoli che merita una verifica da parte della procura ordinaria. È questo, in sintesi, il ragionamento dei giudici della Corte dei conti del Lazio che hanno archiviato il procedimento a carico dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul presunto uso indebito di 35 viaggi in aereo a bordo di velivoli della polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. I giudici contabili avevano aperto un fascicolo esplorativo nel maggio scorso, dopo alcuni articoli comparsi sui quotidiani. Obiettivo: verificare l’eventuale spreco di risorse pubbliche legato ad un uso improprio degli aerei da parte del ministro. Nel provvedimento i magistrati di viale Mazzini scrivono che è stato «appurato, effettivamente, che a partire dal primo giugno 2018 risultano effettuati, per trasferimenti in ambito nazionale del Ministro dell’Interno e di altro personale al seguito (scorta, capo segreteria, capo ufficio stampa, ecc.) 20 voli con aereo P.180 e 14 voli con elicotteri in dotazione al Dipartimento di polizia di Stato, nonché un volo con aereo P.180 in dotazione al Corpo nazionale dei vigili del fuoco». Nel documento di due pagine la Corte dei Conti cita la normativa vigente che prevede come i voli di Stato debbano «essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei Ministri, al presidente della Corte costituzionale, salvo eccezioni che devono essere specificatamente autorizzate». Quindi il passaggio in cui si sottolinea come, nel caso della polizia e dei vigili del fuoco, «i velivoli sono stati acquistati per finalità prettamente operative e non per il trasporto di autorità, neanche per agevolare lo svolgimento della loro attività istituzionale». Alla luce di questa situazione i giudici ritengono «illegittima la scelta di consentire l’uso dei menzionati velivoli per la finalità di trasporto aereo del Ministro e del personale al seguito», ma «considerato che i costi sostenuti per tale finalità non appaiono essere palesemente superiori a quelli che l’Amministrazione dell’interno avrebbe sostenuto per il legittimo utilizzo di voli di linea da parte del Ministro e di tutto il personale trasportato, al suo seguito» non si può «dimostrare la sussistenza, nella fattispecie, di un danno erariale, né, a fortiori, di procedere a una sua quantificazione». La palla passa adesso ai pm di piazzale Clodio, che dovranno verificare la sussistenza di eventuali reati. Al momento in Procura non è stata ancora formalmente avviata una indagine. I magistrati dovranno valutare se nella condotta di Salvini ci siano profili penali, come ad esempio il peculato d’uso o l'abuso d’ufficio.