Una tragedia. Quattro morti assurde che si aggiungono all’elenco infinito di vittime sul lavoro. E’ successo oggi in un’azienda agricola ad Arena Po, nell’Oltrepò Pavese. A perdere la vita sono state quattro persone di nazionalità indiana: due fratelli, di 48 e 45 anni, che da più di cinque anni avevano rilevato l’impresa, e due loro dipendenti, di 29 e 28 anni. Quattro uomini di origine sikh. Il fatto è accaduto verso mezzogiorno in via San Rocco. I quattro stavano lavorando vicino a una vasca per il compostaggio dei fertilizzanti vicino a una stalla. Improvvisamente uno dei quattro è finito nella vasca. Da quanto è emerso i due dipendenti stavano caricando un’autobotte con i liquami, che poi avrebbero dovuto spargere nei campi. Forse ci sono stati problemi nell’aspirazione. Un operaio si è calato nella vasca ed è caduto. Gli altri tre, secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri di Stradella, sono a loro volta caduti nel vano tentativo di recuperare il loro connazionale. Ogni sforzo per salvarli è stato inutile. Nel giro di pochi minuti sono accorse sul posto diverse ambulanze del 118, oltre a carabinieri, vigili del fuoco e ispettori dell’Ats. Per i quattro indiani non c'è stato nulla da fare. Per il recupero dei corpi è stato necessario lo svuotamento della vasca da parte dei vigili del fuoco. L’operazione è avvenuta dopo che nel pomeriggio è giunto sul posto il procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti: il recupero dei cadaveri si è svolto tra la disperazione dei familiari delle vittime, giunti ad Arena Po (Pavia) anche dalle province di Brescia e Cremona. La tragedia ha destato enorme commozione nel paese. Nell’azienda agricola sono presenti circa 300 mucche da latte. I due fratelli indiani avevano anche un terzo dipendente, sempre di origine sikh, che lavorava per loro: è l’unico rimasto in vita. Il sindaco Alessandro Belforti ha espresso cordoglio, a nome della comunità del paese oltrepadano, per la tragica morte dei due fratelli indiani e dei loro dipendenti: «Erano grandi lavoratori, che si erano integrati bene nella nostra realtà». "Esprimiamo tristezza e sgomento per le morti bianche in Lombardia. A Pavia si è consumata una tragedia inaccettabile», ha dichiarato Simone Verni, consigliere regionale pavese del M5S. «I dati che emergono in Lombardia - sottolinea Verni - sono molto negativi e la regione risulta in controtendenza con il dato nazionale e purtroppo vede crescere il numero di morti sul lavoro. Da tempo monitoriamo la situazione e per questo abbiamo deciso di sollevare la questione in Consiglio regionale con un’interrogazione per sollecitare la Regione a intervenire in sede di prevenzione. Vogliamo capire quali ulteriori azioni Regione Lombardia ha intenzione di intraprendere per affrontare quella che ha tutte le caratteristiche di una gravissima emergenza. Vigileremo affinché il piano regionale della prevenzione sia veramente efficace anche e soprattutto per tutelare la sicurezza dei lavoratori. Nel ventunesimo secolo non è accettabile perdere la vita lavorando». L’interrogazione depositata dal M5S Lombardia chiede «quali ulteriori interventi e investimenti Regione Lombardia ha intenzione di mettere in campo per ridurre il numero di infortuni sul lavoro nel territorio regionale». Per Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, si tratta dell’"ennesimo agghiacciante incidente mortale sul luogo di lavoro: ora più che mai serve un’azione forte da parte del Governo, è quindi necessario un intervento tempestivo per porre fine a queste stragi silenziose. Non possiamo più restare a guardare. I numeri parlano chiaro - ha aggiunto Capone - nel primo semestre del 2019 ci sono stati 482 decessi, il peggior dato dal 2016. Occorrono più controlli, una maggiore formazione e diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto in quelli più a rischio».