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'Ndrangheta, minacciò i giudici dopo la condanna: a processo il figlio del boss Marcianò

Vincenzo Marcianò

Alla lettura della sentenza di condanna aveva reagito indirizzando ai magistrati di Imperia insulti e minacce: «Vigliacchi, miserabili, vergognosi», «appena esco vi stacco la testa a tutti quanti». Per questo motivo Vincenzo Marcianò, figlio del boss della 'ndrangheta a Ventimiglia Giuseppe Marcianò, è finito a processo a Torino per oltraggio a magistrato in udienza con l’aggravante mafiosa.

I fatti risalgono al 7 ottobre 2014 e sono avvenuti al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta «La Svolta» condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Imperia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova.

«Venite qua dentro che vi devo ammazzare, vi giro la testa», aveva urlato dalla gabbia Marcianò rivolto ai magistrati del collegio, presieduto da Paolo Luppi, e contro il pm Giovanni Arena. Marcianò, assistito dall’avvocato Marco Bosio, fu poi condannato a sette anni per associazione mafiosa in via definitiva nel settembre 2017, mentre il padre morì dopo la condanna in appello.

Nell’udienza di oggi, davanti ai giudici della III sezione penale del tribunale di Torino, sono state ascoltate le testimonianze di alcune viceprocuratrici onorarie in servizio al Tribunale di Imperia: «Molti componenti della procura scesero ad assistere alla sentenza per dare un segno di vicinanza ai colleghi», ha ricordato una testimone aggiungendo dopo di aver avuto paura.

«Non avevo mai visto un episodio del genere. Ebbi paura», ha aggiunto un’altra spiegando come le forze dell’ordine avessero invitato i presenti a uscire in maniera sicura.

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