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Orrore a Naro, disabile segregato in catene: arrestati i due zii tutori

Avrebbero dovuto prendersi cura di lui. Lo tenevano invece legato al letto, con una catena alla caviglia e con due lucchetti. Da quel letto-prigione, in un piccolo immobile del centro storico di Naro (Ag), il trentatreenne, disabile psichico, poteva appena scendere e forse fare un passo visto che la catena era lunga non più di un metro.
I suoi zii, di 52 e 53 anni, la coppia di tutori ai quali era stato affidato perché anche la madre del ragazzo aveva problemi di salute mentale, sono stati arrestati dai carabinieri per maltrattamenti e sequestro di persona. A coordinare l’inchiesta sono stati il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e il pm Gloria Andreoli.

I carabinieri della stazione di Naro e quelli della compagnia di Licata (Ag), dopo intercettazioni e pedinamenti, sabato hanno fatto irruzione nell’abitazione e hanno liberato il giovane.
All’arrivo dei militari, i due tutori si sono mostrati sorpresi e hanno provato a farfugliare delle giustificazioni. I militari sono saliti al piano superiore e davanti agli occhi si sono ritrovati una scena agghiacciante. Il letto era sistemato nell’atrio del corridoio. Sotto le coperte, c'era il trentenne la cui caviglia era legata, con una catena, al telaio del letto.

I carabinieri «consapevoli della delicatissima situazione mentale della vittima, lo hanno rassicurato e gli hanno
manifestato attenzioni e carezze, affetto». Il giovane ha aiutato i militari ad aprire i due lucchetti. E quando si è
rimesso in piedi li ha, calorosamente ringraziati.
In attesa dell’udienza di convalida sono stati portati al carcere di Agrigento e domani compariranno davanti al Gip Luisa Turco.

I carabinieri di Naro avevano dei sospetti su quella coppia: in un piccolo paese le voci sugli orrori di quella casa si
susseguivano. E’ stata dunque avviata un’inchiesta e sono state piazzate anche delle «cimici». A muovere gli investigatori sono stati, per loro stessa ammissione, i sentimenti di rabbia e affetto nei confronti dello sfortunato giovane. Il ragazzo dopo essere stato liberato è stato accompagnato in un centro specializzato per le cure e l’assistenza necessaria.

"Una vergogna che ferisce la nostra comunità e sono certa di parlare a nome di tutti i miei concittadini. Sono comportamenti inqualificabili, esecrabili e meschini» ha detto il sindaco di Naro Maria Grazia Brandara ringraziando i carabinieri e la Procura di Agrigento.

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