Due uomini sono stati arrestati dai carabinieri per l’omicidio di Donato Carbone, 63 anni, che lo scorso 16 ottobre 2019 è stato ucciso con undici colpi di pistola all’interno del box del proprio condominio a Cernusco sul Naviglio (Milano), in via Don Milani.
Gli investigatori del Nucleo investigativo hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare nella provincia di Milano e Brescia e disposto sei perquisizioni nei confronti di altrettante persone. I due uomini arrestati sono Leonardo La Grassa, trapanese di 72 anni, ed Edoardo Sabbatino, palermitano di 56.
La Grassa è il mandante ma ha partecipato ai sopralluoghi per l'omicidio, ha accompagnato il killer sul posto e ha ritirato le sue armi subito dopo. Nell’ordinanza si legge che la sua identificazione è stata «piuttosto semplice» perché aveva già trascorso un periodo ai domiciliari a Cologno Monzese e perché aveva fatto i sopralluoghi usando l’auto intestata alla moglie ed era stato registrato dal sistema conta-targa.
Sabbatino è invece l’autore materiale: a incastrarlo sono state le immagini delle telecamere della zona, che lo hanno filmato con una riconoscibilissima tuta con due strisce orizzontali. Inoltre l’assassino ha dovuto chiedere a una inquilina del palazzo di aprirgli il portone per uscire, avendo calcolato male i tempi nonostante il sopralluogo.
Ci sono i soldi alla base dell’omicidio di Carbone: la vittima era coinvolta in un giro d’affari illecito assieme al mandante, che aveva conosciuto già negli anni Ottanta ma col quale non aveva un rapporto diretto in questo momento. Ed è questo che ha reso più difficile ricostruire i legami e risalire ai responsabili.
I carabinieri hanno anche scoperto il motivo degli undici colpi esplosi contro Carbone, una numero che in un primo momento aveva fatto pensare a un dilettante. In realtà il motivo sarebbe tecnico: la pistola di Sabbatino si è inceppata al terzo sparo, per questo ha dovuto finire il suo obiettivo con un’altra arma che aveva con sé.
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