Il gup del tribunale di Palermo, Rosario Di Gioia, ha condannato i tredici imputati dello stralcio abbreviato del processo scaturito dall’inchiesta «Lampedusa», dal nome dell’isola che sarebbe stata la principale piazza di spaccio della cocaina calabrese destinata ai mercati dell’Agrigentino.
La droga acquistata dai trafficanti vicini alla 'ndrangheta, secondo quanto ipotizza il pm della Dda Francesco Gualtieri, viaggiava sui furgoni degli ambulanti, da un lato all’altro dell’isola e solitamente nel cuore della notte. Partivano da Palermo, spingendosi a volte fino a Siracusa e Agrigento.
Si incontravano con i loro contatti, consegnavano hashish, marijuana o cocaina, ritiravano i soldi come da accordi e magari si piazzavano anche nei mercatini rionali con le le loro bancarelle visto che alcuni degli imputati ufficialmente erano mercatisti. Ci sono voluti due anni di indagini della Squadra mobile per ricostruire un ingente traffico di stupefacenti che iniziava ad Africo, considerato dagli investigatori il quartier generale della 'ndrangheta, e passava da Villaggio Santa Rosalia per arrivare sino a Lampedusa, principale «piazza» dello spaccio dell’organizzazione.
Oggi è arrivato il verdetto. Ecco, nel dettaglio, la sentenza: Giuseppe Bronte, 24 anni, di Palermo (condanna a 5 anni di reclusione); Salvatore Bronte, 50 anni, di Palermo (8 anni e 1 mese); Salvatore Capraro, 30 anni, di Agrigento (8 anni e 2 mesi); Gianluca Gambino, 22 anni, di Cinisi (2 anni e 4 mesi); Andrea Giambanco, 54 anni, di Carini (6 anni e 2 mesi); Davide Licata, 32 anni, di Racalmuto (5 anni); Imam Maazani, 21 anni, nata e residente ad Agrigento (2 anni e 6 mesi); Francesco Portanova, 34 anni, di Palermo (6 anni e 6 mesi); Emanuele Rizzo, 33 anni, di Palermo (3 anni e 4 mesi); Gaetano Rizzo, 32 anni, di Palermo (8 anni e 8 mesi); Domenico Stilo, 30 anni, di Melito di Porto Salvo (5 anni e 4 mesi); Ivan La Spisa, 32 anni, di Palermo (1 anno e 8 mesi) e Calogero Vignera, 36 anni, di Agrigento (2 anni e 6 mesi).
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