E’ una svolta storica, in materia di pedofilia, quella che Papa Francesco impone proprio nel giorno del suo 83/o compleanno. Bergoglio infatti prosegue la sua strenua lotta contro la piaga che negli ultimidecenni ha più ferito la Chiesa abolendo il «segreto pontificio" sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori.
E' questo l’effetto del Rescritto pubblicato oggi con cui viene promulgata un’Istruzione «Sulla riservatezza delle cause». E all’articolo 1 si prevede che «non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti» in materia di abusi su minori, quelli che nella
normativa canonica si definiscono «delicta graviora».
La nuova Istruzione prevede anche, all’articolo 2, che "l'esclusione del segreto pontificio sussiste anche quando tali delitti siano stati commessi in concorso con altri» reati. L'articolo 3 specifica che nelle cause canoniche «le informazioni sono trattate in modo da garantirne la sicurezza, l'integrità e la riservatezza» al fine di «tutelare la buona fama, l’immagine e la sfera privata di tutte le persone coinvolte": ma in sostanza, la soggezione di questi delitti al "segreto pontificio» è retrocessa a normale «segreto d’ufficio».
In ogni caso, secondo l’art. 4, tale segreto d’ufficio «non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all’esecuzione delle richieste esecutive
delle autorità giudiziarie civili». Il che comporta una migliore collaborazione con le magistrature dei diversi Stati e anche un più agevole espletamento dell’"obbligo di denuncia» da parte dei superiori nei casi di abusi, già introdotto da papa Francesco.
Spiega il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, che «le testimonianze e i documenti processuali relativi ai casi di abuso conservati negli archivi dei Dicasteri vaticani come pure quelli che si trovano negli archivi delle diocesi, e che fino ad oggi erano sottoposti al segreto pontificio, potranno essere consegnati ai magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi che li richiedano. Un segno di apertura, di disponibilità, di trasparenza, di collaborazione con le autorità civili». Nel caso dei Dicasteri vaticani, come la Congregazione per la Dottrina della Fede, la richiesta dovrà essere inoltrata attraverso una rogatoria internazionale, consueta nell’ambito dei rapporti tra gli Stati. Diversa è invece la procedura nei casi in cui i documenti richiesti siano conservati negli archivi delle Curie diocesane: i magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi inoltreranno infatti la richiesta direttamente al vescovo.
Restano comunque salvi i regimi particolari, che possono essere
previsti in accordi o concordati tra la Chiesa e lo Stato. «A chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni», prevede infine l’articolo 5 dell'Istruzione, «non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa».
Tra gli altri impedimenti aboliti, anche il fatto che la vittima degli abusi finora non aveva l’opportunità di conoscere la sentenza che faceva seguito alla sua denuncia, perché c'era il segreto pontificio. Il Papa, con un altro Rescritto, stabilisce inoltre che il reato di pedopornografia sussiste fino a quando i soggetti ripresi nelle immagini hanno l’età di 18 anni, e non solo 14 com'era finora. E un’ulteriore modifica abolisce la norma secondo cui il ruolo di avvocato e procuratore, nelle cause per abusi in sede di Tribunali diocesani ed ex Sant'Uffizio, doveva essere adempiuto da un sacerdote. Ora potrà essere un laico.
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