Sono molti i 'paletti' che la Cassazione ha messo nella massima di diritto - la sentenza ancora non è stata depositata - sulla 'depenalizzazione' della coltivazione domestica di piante stupefacenti, resa nota ieri, ma nonostante ciò prosegue il coro di proteste del centrodestra e della parte più proibizionista dell’associazionismo sociale. Per il Family day, così «si inventa un diritto a drogarsi che non ha alcun fondamento giuridico e alimenta una cultura dello sballo che oltre a minare l’integrità psicofisica dei giovani, è fra le maggiori cause di incidenti stradali mortali». Sulla stessa scia anche il Moige, «seriamente preoccupato per il messaggio devastante ai giovani: con questa legalizzazione si avrà certamente un aumento dei consumi ed un calo di percezione della pericolosità di questa droga». Dalla comunità di San Patrignano pronosticano che il verdetto «inciderà negativamente sull'educazione dei minori che cresceranno nella convinzione che l'utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso». Tuttavia gli 'ermellini', in attesa che il Parlamento faccia una legge che fissi quantitativamente le regole sul possesso e la vendita della cannabis, sono stati a ben guardare molto poco 'permissivi'. Hanno infatti sottolineato che lo stupefacente 'homemade' - può anche non trattarsi di sola cannabis - deve essere di «modestissimo quantitativo», coltivato con «rudimentali tecniche» per cui sono al bando fertilizzanti e impianti di irrigazione, pure così comuni su terrazzi e balconi. Il consumo delle piantine, qualora crescano senza 'aiutini', poi è riservato al solo «coltivatore» diretto, è il caso di dirlo, con esclusione di eventuali conviventi e gruppi di amici. Apriti cielo poi se in casa ci sono pure bilance di precisione e qualunque altra cosa che, in caso di perquisizione, possa fare link con il mercato dello spaccio. Due piantine di 'maria' sul balcone possono portare molti guai, anche adesso. In un video via social, Antonio Tajani vicepresidente di Forza Italia parla di «messaggio negativo ai giovani» e ricorda che tutti i drogati 'pesanti' hanno cominciato «con una canna». Per Fabio Rampelli di FdI, l’uso di cannabis è frutto di una «sottocultura autodistruttiva» da contrastare, e secondo il senatore Udc Fabio De Poli si tratta di una «follia diseducativa». Contrario a questi «piccoli passaggi» verso la «droga libera» è anche il governatore leghista Massimiliano Fedriga. «È il risultato di 40 anni di impegno, in particolare del mio impegno», rivendica invece Emma Bonino. «Si è rotto un tabu, è un primo passo per poter ragionare oltre i cliché e gli stereotipi», spera la leader storica dei radicali.