Domenica 22 Dicembre 2024

La droga della 'ndrangheta a Roma, 21 arresti: vicini al clan Marando di Platì

Blitz antidroga dei carabinieri del comando provinciale di Roma che hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la misura cautelare in carcere, emessa dal gip della capitale, nei confronti di 21 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di droga, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di droga in concorso, nonché tentato omicidio. Gli arresti sono in corso di esecuzione a Roma, ma anche nelle province di Napoli, Reggio Calabria, Viterbo e Frosinone. Sono inoltre in corso perquisizioni nei confronti di altri 13 indagati, le cui condotte sono risultate collegate al traffico illecito di sostanze stupefacenti, attribuito agli arrestati. Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma, hanno consentito di portare alla luce un gruppo criminale dedito al traffico di hashish, cocaina e marijuana, operante in una delle più importanti piazze di spaccio del quartiere romano di San Basilio. Tra gli arrestati ci sono diversi personaggi vicini alla 'ndrina Marando di Platì, progressivamente insediatisi sul territorio popolare di San Basilio, gestendo, con l’ausilio di un considerevole numero di vedette e di pusher in vario modo coordinati, una costante, pervasiva e remunerativa attività di spaccio. Le indagini hanno consentito di individuare tre diversi gruppiì, collegati dall’attività dei fratelli Alfredo e Francesco (detto Ciccio) Marando, nativi di Platì (RC) e da alcuni anni residenti nel quartiere romano di San Basilio, figli del più noto Rosario e nipoti del narcotrafficante Pasquale Marando, questi ultimi elementi di spicco dell’omonima 'Ndrina platinese. Alfredo e Francesco Marando sarebbero stati in grado di movimentare significative quantità di droga, rifornendo non soltanto il gruppo a loro direttamente collegati ma anche due altri gruppi. Gli approfondimenti svolti hanno fatto luce sulle dinamiche operative del folto gruppo dei Marando che, progressivamente insediatosi sul territorio popolare di San Basilio, ha gestito, con l’ausilio di un considerevole numero di vedette e di pusher in vario modo coordinati, una costante, pervasiva e remunerativa attività di spaccio. Quanto emerso dalle indagini ha dunque restituito l’immagine di una vera e propria consorteria, stabilmente dedita al narcotraffico, fondata sulla divisione dei compiti tra i capi, gli organizzatori, e i pusher e/o vedette; sodalizio che aveva trasformato, con metodiche ispirate al modello de “Le Vele” di Scampia, un popoloso complesso immobiliare in una enclave ove svolgere una costante e remunerativa attività di stoccaggio, gestione e spaccio di sostanze stupefacenti. La redditività dell’attività illecita è stata certificata anche in occasione di una perquisizione effettuata nell’abitazione di alcuni degli arrestati, trovato in possesso della contabilità e di una notevole somma di denaro in banconote di vario taglio. L’indagine è stata condotta con non poche difficoltà, derivanti dalla presenza continua di vedette preposte al controllo; tuttavia, sono stati documentati numerosissimi episodi di spaccio, che hanno disvelato chiaramente le dinamiche operative e l’organigramma del gruppo, suddiviso in pusher e/o vedette, organizzatori e capi. I pusher e/o vedette assumevano le loro posizioni agli ingressi principali del comprensorio popolare e sui tetti degli immobili, con compiti interscambiabili di vigilanza e/o spaccio al minuto; il gruppo mutava di frequente a causa dei numerosi arresti in flagranza – oltre 90 – effettuati dai Carabinieri della Compagnia Roma Monte Sacro. Gli organizzatori - diretti fiduciari dei capi - formavano invece un gruppo più ristretto, preposto al coordinamento dello spaccio, al prelevamento del narcotico dai luoghi di occultamento e al conseguente rifornimento dei pusher, custodendo altresì il ricavato delle vendite di droga. Tra gli organizzatori, emergono i fratelli Domenico Natale Perre, detto Micu, e Paolo, nativi di Platì, da qualche anno trasferiti a Roma nel quartiere San Basilio, nonché Marco Lenti e Gian Claudio Vannicola, sanbasilini dalla nascita. Durante le indagini, sono stati segnalate alla prefettura 38 persone per essere assuntori di sostanze stupefacenti e sequestrati complessivamente poco meno di tre chili di hashish, dodici di cocaina, e 1,5 di marijuana e 96.325 euro in contanti.

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