Sabato 21 Dicembre 2024

Allarme coronavirus sulla nave da crociera, test negativi sui passeggeri ma ormai è psicosi

Al bar del porto avevano già trovato il nuovo nome alla Costa Smeralda: «la nave infetta». «Tenit o coranavirùs dint'a cas», se la ride un camionista napoletano rivolto al barista. «Con tutti i posti nel mondo doveva venire proprio a Civitavecchia quella nave infetta...», risponde lui guardando quel grattacielo del mare fermo al molo 12. Tentativi di esorcizzare la paura che per tutto il giorno è aleggiata sul 'porto di Roma', il terminal delle crociere dove ogni anno sbarcano milioni di turisti e dove è rimasta bloccata la nave della Costa col sospetto che a bordo ci fosse un caso di Coronavirus, con 6mila passeggeri e mille membri di equipaggio che non sono mai stati in quarantena ma di fatto sono rimasti isolati in attesa della fine dell’incubo. Fine che è arrivata alle otto della sera con la notizia ufficiale del ministero della Salute: non è il virus maledetto. Un annuncio che ha spazzato ansie e paure per lasciar spazio al sollievo: pericolo scampato. L’allarme è scattato ancora prima che la nave arrivasse in porto, dopo esser partita mercoledì da Palma di Maiorca. Una coppia di Hong Kong ha accusato febbre e problemi respiratori. Immediati sono scattati i protocolli di sicurezza: l’uomo e sua moglie sono stati isolati nell’ospedale di bordo e sono state avvertite le autorità sanitarie italiane. I primi accertamenti hanno escluso che l’uomo avesse problemi particolari, mentre la donna, una 54enne, mostrava «lievi sintomi influenzali». Per tutto il giorno, dunque, nessuno è sceso. E nessuno è salito a bordo della nave. A guardarla dal molo dei traghetti, la Costa Smeralda è sembrata immobile per tutto il giorno. Ma a cercare meglio con lo sguardo, spuntavano tante piccole formichine sui ponti, affacciate ai balconi, nei saloni. Erano i passeggeri bloccati. Stanchi, preoccupati, insofferenti, arrabbiati, anche. «Siamo bloccati senza sapere il motivo (ufficialmente)» twitta uno di loro di prima mattina. Liborio Iervolino, un crocerista pugliese, sostiene che non siano state date tutte le informazioni. «Non funziona internet e non riusciamo ad avere notizie. I televisori trasmettono pubblicità e noi invece vorremmo vedere i tg per sapere qualcosa». E soprattutto, prendiamo i pasti tutti insieme negli spazi comuni e non sappiamo se qualcuno è infetto. Carla e Franco Conficoni hanno invece atteso sul molo tutto il giorno che la figlia Veronica, il marito e la nipotina scendessero. Erano tra i 1.143 passeggeri che avrebbero terminato la crociera a Civitavecchia. "Mia figlia è impaurita e preoccupata, anche perché è incinta - dice Carla - e solo in tarda mattinata le hanno detto qualcosa». Timori comprensibili, insofferenze anche. Ma la realtà è che le informazioni a disposizione sono state tutte comunicate e che la scelta di tenere a bordo i passeggeri in attesa dei risultati degli esami era l’unica possibile se si vuole davvero applicare i protocolli di sicurezza previsti. Con buona pace dell’insofferenza di chi è stato costretto ad attendere a bordo. "Tutto quello che andava fatto è stato fatto", conferma il comandante della Direzione marittima di Civitavecchia Vincenzo Leone. «La situazione a bordo è sotto controllo e siamo in una fase di cautela e verifica, per la serenità di tutti». Quella stessa serenità che ha invocato il sindaco Ernesto Tedesco quando ha bloccato lo sbarco degli oltre mille che avevano terminato la crociera e che erano stati autorizzati a lasciare la nave dalla Sanità Marittima. «Sono il sindaco di una città e ho il dovere di tutelare i miei cittadini. Spero che tutto si risolva per il meglio e sono fiducioso ma non posso permettere a nessuno di scendere fin quando non ci saranno i risultati ufficiali delle analisi». «La nostra priorità è quella di garantire la salute e la sicurezza di ospiti ed equipaggio. La compagnia è a completa disposizione dell’autorità sanitaria e si atterrà strettamente alle sue indicazioni» fa sapere con una nota ufficiale Costa. Che però nulla può per frenare la slavina in Borsa di Carnival, la casa madre: un -11% che riporta alla mente un altro gennaio infausto per la compagnia, quello del 2012 quando la Costa Concordia si schianto all’isola del Giglio. Alle 20 la situazione si sblocca. L’annuncio a bordo viene accolto da un’applauso e da un senso di liberazione. Ma non è ancora finita. I mille che dovevano scendere passeranno molto probabilmente la notte a bordo; e gli verrà rimborsato il biglietto del treno o dell’aereo per rientrare a casa. I mille che dovevano partire, invece, sono stati sistemati dalla Costa negli alberghi e si imbarcheranno domani, quando la 'Smeralda', scacciato l’incubo e non più 'infetta', riprenderà a navigare.

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