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'Ndrangheta, infiltrazioni dei Grande Aracri in Veneto: 14 a giudizio e 34 abbreviati

Sergio Bolognino

Quattordici rinvii a giudizio, 34 riti abbreviati e quattro patteggiamenti ancora da definire davanti al Gup a causa del mancato assolvimento del risarcimento all'Agenzia delle Entrate e altre due posizioni da definire, perché un imputato è latitante.

Si è chiusa così stamani all'Aula bunker di Mestre l'udienza preliminare del processo su infiltrazioni della 'ndrangheta in Veneto, che vedeva 54 imputati. Il processo riguarda le infiltrazioni della cosca 'Grande Aracri' nel tessuto imprenditoriale veneto dal 2013 al 2017. Minacce, estorsioni, violenze aggravate dal metodo mafioso, e false fatture e ricettazioni aggravate dall'aver favorito la 'ndrangheta, sono le accuse principali mosse agli imputati.

Il dibattimento, per chi non ha chiesto il rito alternativo, inizierà il 23 marzo prossimo in tribunale a Venezia. Compariranno davanti ai giudici Sergio Bolognino, Francesco Agostino, di Reggio Calabria, Andrea Biasion, di Padova, Ferdinando Carraro, di Treviso, Antonio Carvelli, di Crotone, Luca De Zanetti (Padova), Antonio Gnesotto (Treviso), Emanuel Levorato (Padova), Antonio Genesio Mangone (Cosenza), Stefano Marzano (Reggio Calabria), Renata Muzzati (Padova), Leonardo Nardella (Cosenza), Patrizia Orlando (Roma) e Valter Zangari (Crotone). Gli impresari veneziani Eros Carraro e Massimo Nalesso, e il paodvano Roberto Rizzo, le cui posizioni sono minori rispetto al corpo dell'indagine, hanno chiesto di patteggiare rispettivamente un anno e mezzo, un anno e sette mesi e un anno e nove mesi, con pena sospesa.

Prima dovranno risarcire l'Agenzia delle Entrate con cifre che vanno da 20 ai 90 mila euro. Il pentito Giuseppe Giglio, che si trova sotto protezione in un posto protetto, ha chiesto come patteggiamento la continuazione della pena già inflitta al processo di Reggio Emilia. Sui quattro patteggiamenti il Gup si esprimerà il 20 maggio.

Tutti gli altri, incluso Biasion, che secondo le indagini era il braccio destro del presunto boss Mangone, verranno giudicati con rito abbreviato il 18 maggio, sempre in aula bunker. Tre sono gli imprenditori che si sono costituiti parte civile; pareti civili anche la Regione Veneto, la presidenza del Consiglio dei Ministri, l'Agenzia delle Entrate e il Ministero dell'Interno.

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