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Coronavirus, scuole e università chiuse fino al 15 marzo. Azzolina: "Decisione nelle prossime ore"

AGGIORNAMENTO DELLE 16,53: C'è la prima prova che il coronavirus circolava in Italia 'diverse settimane' prima che ci fosse la diagnosi del paziente uno di Codogno. E’ contenuta nelle 3
sequenze genetiche del virus in circolazione in Lombardia, ottenute dal gruppo di Università Statale di Milano e Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli. L’analisi di ulteriori genomi, in corso, potrà fornire stime più precise su ingresso del virus in Italia e possibili vie di diffusione.

AGGIORNAMENTO DELLE 15,18: Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora rispondendo al question time alla Camera a una domanda su come il governo affrontando il mondo dello sport l’emergenza coronavirus, ha spiegato che «l'azione del governo è orientata a contenere il coronavirus in tutti gli ambiti, compreso quello sportivo. Il Dpcm in corso di presentazione chiarirà aspetti - ha aggiunto - non solo per quanto riguarda la parte agonistica già condivisa sul sito del governo, ma chiarendo anche i dubbi che ancora permangono». Il ministro ha anticipato due punti che saranno contenuti nel decreto: «Si va verso la possibilità di realizzare in tutta Italia eventi e manifestazioni sportive esclusivamente a porte chiuse - ha spiegato - dando però indicazioni ben precise di prevenzione sanitaria che deve riguardare anche le stesse squadre e gli staff che si trovano all’interno degli stadi, benchè a porte chiuse. Nel Dpcm si precisa - ha detto ancora Spadafora - dove e come sarà possibile continuare a svolgere sport di base per tutti perchè se da un lato dobbiamo avere come primo tema quello della prevenzione della salute, non pensiamo sia necessario nè utile bloccare palestre, centri sportivi o altro. Quelle attività potranno continuare a essere svolte purchè si rispettino delle raccomandazioni che saranno ben declinate all’interno del Dpcm».
«Stiamo ancora lavorando in queste ultime ore per venire incontro a tutte le richieste che sono arrivate dal mondo dello sport - ha detto ancora il ministro - e crediamo che alla fine il Dpcm conterrà entrambe le cose: un’azione di contenimento obbligatoria ma anche tutti i provvedimenti per consentire allo sport di base e quello agonistico, con tutte le dovute cautele, di continuare ad essere svolto nel nostro Paese».

AGGIORNAMENTO DELLE 15,27: Si tratterebbe di una decisione grave e senza precedenti». Lo afferma in una nota il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, in merito alla possibilità che vengano chiuse le scuole fino a metà marzo come misura di prevenzione del coronavirus. «Una misura - prosegue - evidentemente funzionale alla massima protezione dei nostri ragazzi contro il diffondersi del contagio. Auspico che qualsiasi decisione in merito sia comunicata ufficialmente con la massima tempestività, per consentire alle scuole di potenziare le iniziative di didattica a distanza ed alle famiglie di organizzarsi al meglio».

AGGIORNAMENTO DELLE 15,24: Nessuna decisione sulla chiusura delle scuole è stata presa, abbiamo chiesto un approfondimento al comitato tecnico-scientifico. la decisione arriverà nelle prossime ore». Lo afferma il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, parlando con i cronisti davanti Palazzo Chigi.

AGGIORNAMENTO DELLE 15,12: Si potranno tenere eventi e competizioni sportive ma a porte chiuse. E’ quanto prevede la bozza di Dpcm sul tavolo del premier Conte e dei ministri. Le manifestazioni restano invece sospese nelle «zone rosse».

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Chiusura delle scuole? «Nessuna decisione ancora presa. Una decisione» in merito «arriverà nelle prossime ore». Così il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina sulla possibilità che il governo chiuda scuole e Università in tutta Italia da domani e fino a metà marzo, come misura di contrasto al coronavirus.

«Nessuna decisione sulle scuole è stata presa, non c'è la chiusura al momento - spiega il ministro -.  Abbiamo chiesto al comitato tecnico-scientifico una valutazione se lasciare aperte le scuole o chiuderle. Un parere che sia proporzionale allo scenario epidemiologico del Paese in questo momento».

«Discutono ancora se chiudere o no le scuole? Secondo me non lo devono fare oggi, lo devono fare 'ieri', nel senso che si dovevano già chiudere prima». Così il virologo Roberto Burioni, in merito all’ipotesi del governo di chiusura delle scuole fino a metà marzo.

«Siamo di fronte a un’epidemia contagiosa e pericolosa - sottolinea Burioni - che potrebbe mandare in crisi il sistema sanitario nazionale. Per questo bisogna assolutamente fare di tutto per contenerla. Mi sorprende che qualcuno ancora discuta su 'se' chiudere le scuole quando dovremmo già pensare a 'come' chiuderle, pensando alle lezioni a distanza come stiamo già facendo nella mia università. Le aule scolastiche sono un punto di contagio, un modo perfetto per trasmettere il virus».

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