Lunedì 23 Dicembre 2024

Patto della droga fra Messina e Calabria, parlano i pentiti: 19 arresti

Un patto criminale che univa le due sponde dello Stretto, con al centro un vasto traffico di droga. A svelarlo i carabinieri di Messina, che all'alba di oggi hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 18 arresti in carcere più uno ai domiciliari. I nomi degli arrestati: Angelo Albarino, Giovanni Albarino, Stellario Brigandì, Fortunato Calabrò, Santo Chiara, Rinaldo Chierici, Roberto Cipriano, Giuseppe Coco, Alessandro Duca, Costantino Favasuli, Salvatore Favasuli, Adriano Fileti, Stefano Marchese, Gianpaolo Milazzo, Giovanni Morabito, Francesco Spadaro, Maria Visalli, Marcello Viscuso. Ai domiciliari: Orazio Famulari. Tutto parte dall'inquietante episodio avvenuto nel tardo pomeriggio del 27 settembre 2016, quando un uomo, con un casco da motociclista a coprirne il volto e armato di fucile a canne mozze, esplose due colpi verso uno dei tavolini esterni del “Cafè sur La Ville”, in viale Regina Margherita, all'indirizzo di tre degli indagati dell'operazione di oggi. Le indagini che ne sono scaturite hanno portato alla luce un traffico di stupefacenti con protagonisti, sul versante calabrese, la cosca che un tempo era retta dal boss della 'ndrangheta Giuseppe Morabito, detto il “Tiradritto”, e sul versante messinese da un gruppo criminale “autonomo”. Le attività di intercettazione, di perquisizione e di sequestro che ne sono seguite, “rafforzate” dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia (tra cui il capo della “fazione messinese” dell'organizzazione) hanno permesso agli inquirenti di ricostruire un dettagliato quadro, anche su altri, specifici episodi criminosi. «C'era un rapporto di collaborazione molto consolidato tra 'ndrangheta calabrese e la criminalità messinese per lo spaccio della droga. La particolarità dell’attività di spaccio era quella della consegna della droga direttamente a Messina a domicilio da parte dei calabresi con delle trasferte cadenzate». A dirlo il procuratore aggiunto di Messina Rosa Raffa durante la conferenza stampa relativa all’operazione «Scipione». «Messina - ha aggiunto il Pm - si conferma ormai sempre più un mercato di distribuzione rilevante e queste indagini miravano a scoprire come avveniva l’approvvigionamento in Calabria della droga».

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