Martedì 24 Dicembre 2024

Lotta al Coronavirus senza sosta, ordinanze con nuovi limiti in Lombardia e Piemonte

C'è un piccolo paese che muore ogni giorno col coronavirus in Italia: oggi le vittime hanno raggiunto il picco massimo, 693 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4.032. I malati sono diventati 42.681 (4.825 in più rispetto a ieri). Davanti all’escalation del contagio sale la richiesta al Governo di Regioni, Comuni ed anche sindacati di attuare una chiusura totale. E mentre Palazzo Chigi valuta ulteriori strette, il governatore lombardo Attilio Fontana e quello del Piemonte Alberto Cirio firmano delle ordinanze per bloccare tutto. Nel caso della Lombardia uffici pubblici, studi professionali, cantieri, attività all’aperto. «Le nostre autorità sanitarie - dice Fontana - ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare». Gli fa eco Cirio: «chiudiamo tutto quello che è possibile, in base ai poteri delle Regioni. Questa è la più grande emergenza dal dopoguerra». Sul fronte sanitario sono arrivate quasi 8.000 risposte all’appello per creare una task force di 300 medici volontari da mandare nelle aree più colpite. «In un momento così difficile - ha commentato il premier Giuseppe Conte - questa è l’ennesima risposta generosa di cui tutti noi italiani possiamo andare fieri. Grazie a tutti, eroi in camice bianco». Novità anche sul versante dei giochi. L’Agenzia per le Dogane e i Monopoli ha sospeso il Lotto e il Superenalotto. La decisione, riportata in una circolare, riguarda tutte le lotterie e le slot machines. L’appuntamento con la conferenza stampa delle 18 alle Protezione civile è ormai diventato un bollettino di guerra. La linea di morti e positivi continua a salire. Fortunatamente aumentano anche i guariti (6.072, 943 più di ieri). Il virus è diffuso in tutte le regioni, Lombardia in testa (25mila i malati, quasi la metà del totale), mentre «i numeri al Sud - spiega il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli - sono ancora fronteggiabili. Si sta facendo una corsa contro il tempo e si lavora senza sosta e senza tregua». Per arrestare la diffusione del virus, la ricetta, puntualizza il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, è sempre quella del «distanziamento sociale». «E' tassativo - sottolinea - il rispetto delle nuove misure prese dal Governo, che sono un un segnale forte per dire che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo. Ci sono ancora situazioni dove con la scusa di fare due passi si fanno assembramenti. Le scappatoie danneggiano noi stessi e i nostri cari e le persone più fragili sono gli anziani. Servono meccanismi di rispetto sistematico delle misure; senza non saremo in grado di allentare la diffusione del virus». E per sperare in un vaccino, aggiunge, bisogna aspettare fine anno. Ancora mesi di battaglia, dunque, con Regioni e Comuni sulla linea del fuoco a chiedere di più. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, auspica un’intesa con il Governo per «la chiusura ragionata di tutte le attività». Borrelli fa notare che quelle attuali sono «le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c'è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa e senza alimentari nei supermercati?». Ma a stretto giro arriva il giro di vite dei governatori Cirio e Fontana. In Lombardia l’ordinanza raccomanda ai gestori di supermercati, farmacie, luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, di «provvedere alla rilevazione della temperatura corporea». Disposta anche la chiusura di tutte le strutture ricettive, ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. E per chi non rispetta il divieto di assembramento nei luoghi pubblici, scatterà un’ammenda fino a 5mila euro. L’ordinanza del Piemonte vieta l’assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici; i mercati saranno possibili solo dove sarà garantito il contingentamento degli accessi, l’accesso agli esercizi commerciali sarà limitato ad un solo componente per famiglia. E continuano ad essere tanti gli italiani denunciati dalle forze dell’ordine per il mancato rispetto dell’invito a rimanere in casa salvo motivazioni valide. Ieri i denunciati sono stati 10mila, il numero più alto dal'entrata in vigore dei divieti, lo scorso 11 marzo. Da allora le persone denunciate sono state complessivamente 73mila, su un milione e 600mila controllate. Dopo il capo della Polizia, Franco Gabrielli, anche la procura di Milano caldeggia il pugno di ferro per i trasgressori. I magistrati del capoluogo lombardo valutano se applicare per l'emergenza Coronavirus una norma più dura dell’articolo 650 del codice penale, ossia l’articolo 260 del testo unico delle leggi sanitarie, che punisce chi non osserva un ordine «legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva». Un reato che prevede una pena congiunta dell’arresto «fino a 6 mesi» e dell’ammenda fino a 400 euro. Infine, buone notizie sul fronte mascherine, La prossima settimana ne arriveranno 12 milioni dalla Cina. Saranno le prime dei lotti da 100 e 50 milioni stipulati dal Governo con la Byd e un’altra azienda privata cinese attraverso la mediazione della Farnesina. Mentre aiuti (specialisti e macchinari) sono in arrivo anche dalla Russia, dopo una telefonata tra Conte ed i presidente Vladimir Putin.

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