Più controlli sullo Stretto di Messina: nessuno passa da ieri e fino a lunedì (compreso), ad eccezione di forze dell’ordine e armate, operatori sanitari pubblici e privati, lavoratori pendolari, nonché per comprovati motivi di gravità e urgenza. L’ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha messo in campo un piccolo ”esercito”: il coordinatore dell’unità di crisi sanitaria metropolitana di Messina, di concerto con l’Asp «provveda a intensificare i controlli sanitari agli approdi della rada San Francesco, della stazione marittima e di Tremestieri». E anche a tal fine il coordinatore «è autorizzato ad assumere dai propri Albi, costituiti a seguito di avviso pubblico per effetto della delibera della giunta di governo del 12 marzo, un adeguato numero di medici». Questo «personale, i cui costi sono a valere sulla contabilità emergenziale, è posto nella disponibilità dei turni di sorveglianza organizzati dall’Asp» e «gli effetti delle assunzioni del personale sanitario hanno efficacia fino al termine dello stato di emergenza, come dichiarato dal governo nazionale». Si tratta sostanzialmente di un rafforzamento dei controlli su misure già atto a livello nazionale, cioè il divieto – salvo comprovate esigenze – di spostarsi da un comune all’altro. Un’ordinanza che arriva all’acme delle polemiche tra il sindaco di Messina, Cateno De Luca, e il ministero dell’Interno dopo lo stop al provvedimento del primo cittadino che consentiva il traghettamento solo a condizione dell’iscrizione preventiva in un’apposita banca dati. Proprio ieri il Consiglio dei ministri ha formalmente deliberato l’annullamento dell’ordinanza di De Luca, sottolineando come, a prescindere dal merito, il provvedimento aveva un difetto di competenza in quanto investiva un ambito territoriale non circoscritto al comune di Messina. Da parte sua il sindaco De Luca, nell’ennesima diretta Facebook, prima continua a sparare a zero contro il Governo: «Nonostante le lupare di Stato andiamo avanti senza se e senza ma». Poi, «per il bene della città», annuncia un passo indietro: «Sospendo l’utilizzo della banca dati. Non possiamo rischiare un procedimento di sospensione da sindaco o l’avvio del procedimento di decadenza: mi tenta questa strada e, se non fosse stato un periodo delicato come questo, sarei andato fino in fondo, divenendo vittima dello Stato. Fare l’agnello sacrificale, pur se tentato, in questo momento non serve. I colpi di testa li faccio, ma non a fondo perduto». Sulla sponda opposta dello Stretto la situazione appare relativamente tranquilla. A Villa San Giovanni nessuna traccia di un esodo che, in condizioni normali, in vista della Pasqua avrebbe riempito gli imbarcaderi di mezzi diretti in Sicilia. «Chiedo alle forze dell’ordine di vigilare con attenzione il traffico in ingresso in Calabria e che ha per destinazione la Sicilia, poiché rischierebbe di trovare un blocco a Villa», mette le mani avanti la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. Il pericolo è sempre in agguato: «Non vogliamo – spiega a la governatrice – che si ripetano scene già viste e che sia una Pasqua di emergenza per responsabilità che non ci appartengono». Ma proprio ieri sera, alle 20.10, è stato avvistato un gruppo di viaggiatori davanti alla stazione probabilmente appena scesi dal Frecciabianca proveniente da Roma. Erano una decina, con quasi il doppio di trolley. Qualcuno li ha controllati?