Quelli di Pozzallo, Lampedusa e Messina sono e resteranno gli unici sbarchi di migranti ai tempi del coronavirus. Almeno fino a oggi. I 156 migranti soccorsi dalla nave Alan Kurdi, ora al largo delle coste occidentali della Sicilia, non sbarcheranno in un porto italiano visto che il governo ha dichiarato l’Italia approdo “non sicuro” a causa della pandemia di Covid-19.
Un provvedimento firmato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, su richiesta della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, prevede che con il supporto della Guardia costiera sarà individuata una nave su cui trasferirli nelle prossime ore per la quarantena e i controlli di Croce Rossa italiana e autorità sanitarie locali.
L’intervento, secondo De Micheli, “è coerente con le politiche del governo italiano sull’immigrazione e si è reso necessario a seguito del rifiuto, da parte della Alan Kurdi, di seguire la procedura per l’accoglienza nel proprio paese di bandiera che è la Germania” visto che la nave è della ong tedesca Sea Eye. Lo sbarco, sostiene il ministero, non è possibile “a causa della forte pressione organizzativa e sanitaria, in questa fase emergenziale da covid-19.
Pressione che renderebbe complesso affrontare l’accoglienza in piena sicurezza per i soccorritori e per le persone soccorse. Tale intervento avviene inoltre, nel pieno rispetto delle regole vigenti per gli italiani in Italia e per gli italiani che rimpatriano, nonché a seguito della Dichiarazione sui porti italiani ai sensi della convenzione di Amburgo”.
Una motovedetta della Guardia Costiera ha portato del cibo a bordo. Il capitano aveva chiesto cibo, medicinali e carburante. L’ultimo sbarco a Messina si è registrato lo scorso 27 febbraio, quando la nave Sea Watch 3 è approdata al Molo Norimberga con a bordo 194 migranti provenienti dall’Africa subsahariana e anche dall’Asia.
Nonostante la ferma opposizione del presidente della Regione Nello Musumeci, sono stati trasportati all’hotspot di Bisconte, dove hanno effettuato la quarantena. Autoisolamento nello Stretto, al largo della città di Messina, per volontari e membri dell’equipaggio della nave dell’Ong.
Caricamento commenti
Commenta la notizia