I prefetti potranno chiedere «la collaborazione dei competenti servizi delle Aziende sanitarie locali ed avvalersi del supporto delle articolazioni territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro, ai fini del controllo sulle modalità di attuazione, da parte dei datori di lavoro, delle procedure organizzative e gestionali oggetto del Protocollo Governo-parti sociali del 14 marzo 2020, e, più in generale, sull'osservanza delle precauzioni dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori». E’ quanto prevede la circolare con la quale il Viminale dà ai prefetti indicazioni sull'applicazione del Dpcm del 10 aprile. In pratica gli ispettori del lavoro verificheranno il rispetto della distanza di almeno un metro nelle aziende, supermercati e negozi, mentre la Guardia di finanza si occuperà di verificare le autocertificazioni sulle aziende, in particolare quelle che riaprono in deroga ai divieri. Nella circolare si specifica che nei negozi la cui attività non è sospesa bisogna rispettare "oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto di beni, raccomandando, altresì, l’applicazione delle misure di sicurezza". Nel caso in cui il personale dipendente o terzi dovranno accedere nei locali di aziende la cui attività è sospesa (per esempio per vigilanza, manutenzione, spedizioni, pulizia o gestione dei pagamenti) sarà obbligatorio inviare una comunicazione preventiva al Prefetto. La circolare firmata dal capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi, indica anche che i prefetti potranno demandare anche alla Guardia di finanza lo svolgimento di specifici controlli e riscontri sulla veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende relativamente alla possibilità di proseguire la propria attività perchè appartenente ad una delle filiere consentite. Le Fiamme Gialle, indica la circolare, «in linea con le proprie funzioni di polizia economico-finanziaria», potrà svolgere i controlli «a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, ove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali».