Venerdì 20 Dicembre 2024

Case di riposo in Sicilia e Calabria: strage di anziani uccisi dal Coronavirus

La casa di cura San Martino di Messina

I numeri non sono quelli della Lombardia, con 1.800 vittime del Coronavirus nelle Rsa, certo è, però, che anche in Sicilia e Calabria le strutture che ospitano anziani sono state particolarmente colpite dalla pandemia. Trasformandosi nell’ultimo mese nei principali focolai per la diffusione del Covid-19 anche nelle due regioni dell’estremo sud d’Italia. Il vicedirettore dell'Oms e membro del comitato tecnico scientifico sul Coronavirus, Ranieri Guerra non ha esitato a definire "un massacro" questo fenomeno. Un atto d'accusa da parte chi è anche consulente del ministro della Salute ma che come direttore generale aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità chiede conto proprio al governo di "cosa è successo e come mai". "Un massacro", appunto, con centinaia, probabilmente migliaia di morti nelle case di cura e Residenze sanitarie assistenziali in tutta Europa e di cui il Pio Albergo Trivulzio di Milano, su cui la magistratura ha aperto un’inchiesta, è solo l’episodio più eclatante. A Messina e provincia ci sono i casi di “Come d’incanto”, della “San Martino” e della Rsa di San Marco d’Alunzio. La più colpita la casa di riposo "Come d’incanto" con 63 contagiati tra anziani e operatori e 22 vittime. Alla "San Martino" il numero dei contagi si è fermato a otto: sei anziani ospiti, fra cui una vittima, e due operatori. A San Marco d’Alunzio sono 32 contagiati, fra loro venti anziani, quattro loro parenti di anziani e otto dipendenti. Cinque le vittime. Sempre in Sicilia, in provincia di Palermo, boom di tamponi positivi in una Rsa di Villafrati. Il bilancio di settanta positivi e una dozzina di vittime del Coronavirus ha fatto decidere al presidente della Regione, Nello Musumeci di dichiarare il piccolo comune alle porte del capoluogo "zona rossa". La situazione non è migliore appena al di là dello Stretto. Con almeno tre strutture coinvolte in Calabria: Villa Toranno e Bocchigliero (in provincia di Cosenza) e Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). Tutti comuni chiusi per il Convid-19 dalla presidente della Regione, Jole Santelli. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di Torano. I numeri, qua, parlano chiaro: 36 dipendenti e 41 pazienti della struttura sanitaria privata risultano contagiati e, con loro, probabilmente i familiari. Un dato che amplia il numero delle persone infettate ed espande l’area di contaminazione da Torano, dove risultano tra i 19 contagiati anche tre bambini, a numerosi paesi della Valle del Crati e non solo: Montalto Uffugo, Luzzi, Bisignano, Acri, Lattarico, Santa Sofia d’Epiro (dove il positivo è un assessore comunale), San Martino di Finita. Oltre a due casi sospetti a Rota Greca. Bocchigliero, paese aggrappato alle pendici della Sila Greca, il focolaio da Coronavirus si è sviluppato all’interno della casa di riposo per anziani "Santa Maria": nove i positivi al tampone test: cinque dipendenti della struttura privata e quattro pensionati, di cui uno ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Cosenza. Al numero di contagiati, si aggiungono due anziani deceduti all'interno del plesso sabato scorso e un altro pensionato ospite della struttura morto il lunedì successivo però in una clinica di Belvedere, a causa di problemi cardiaci. Sedici casi positivi, infine, registrati in una casa famiglia per anziani a Melito Porto Salvo. I contagi alla "Raggio di Sole" riguardano 10 ospiti (sui 13 complessivi) e 6 operatori sui dieci dipendenti della struttura. Inoltre, secondo quanto reso noto dalla Regione Calabria, a Melito Porto Salvo sono risultati positivi anche 8 persone, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare.

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