Torna in carcere Rocco Santo Filippone, imputato nel processo «Ndrangheta stragista», al quale erano stati concessi gli arresti domiciliari il 10 aprile scorso in relazione all’emergenza Covid-19.
La Corte d’assise di Reggio Calabria con un’ordinanza depositata ieri, ha respinto la richiesta dell’imputato di essere ricoverato in ospedale e disposto invece nei suoi confronti il ripristino della custodia cautelare in carcere: Filippone, che è stato detenuto a Torino, sarà trasferito in carcere a Bari.
La decisione dei giudici è avvenuta in applicazione del decreto Bonafede, approvato il 9 maggio scorso in Consiglio dei ministri, e sulla base dell’iniziativa del Dap, che aveva comunicato la disponibilità per Filippone, affetto da varie patologie, di un posto nel penitenziario barese, dove vi è «ampia offerta - si legge nell’ordinanza della Corte d’assise - specialistica interna ed esterna».
La Corte d’assise ha accolto la richiesta del pm, il quale sollecitava il ripristino della misura cautelare in carcere «per essere venute meno le ragioni che avevano giustificato la sostituzione della predetta misura con quella degli arresti domiciliari».
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