Il coronavirus? «Dal punto di vista clinico non esiste più». E ancora: «Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese, o per inizio di giugno, e che chissà quanti posti di terapia intensiva c'erano da occupare... In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più». Lo ha dichiarato Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, a 'Mezz'ora in più' su Raitre. Il primario rileva che «i tamponi eseguiti attualmente negli ultimi dieci giorni hanno una carica virale, dal punto di vista quantitativo ,assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa». Ed è «la verità, la dico ufficialmente, tutti gli italiani se ne facciano una ragione». Zangrillo ha sottolineato le sue affermazioni dicendo: «Ci metto la firma».«Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza», controbatte lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico. «È indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va però scordato- rileva - che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese». «Peraltro - afferma Richeldi - è bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno». «Del resto, basta vedere come purtroppo la situazione sia molto diversa in Paesi, come Russia, Messico o India, nei quali - conclude - queste misure non hanno potuto essere così efficaci e non hanno dato i confortanti risultati che vediamo nel nostro Paese».