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Troppo lunghi i tempi per accedere alle professioni sanitarie, la protesta dei laureati

Troppo lunghi i tempi per accedere al mondo delle professioni sanitarie. In tempi di Covid-19 è impossibile seguire l'iter classico. Il mondo della sanità richiede tempi stretti e, soprattutto, personale pronto per le emergenze. A sostenerlo sono i neo laureati in psicologia, farmacia e biologia che si sono uniti per chiedere al ministero dell'Università e della Ricerca un impegno in tal senso.

Invocano una corsia preferenziale come avvenuto di recente per i colleghi neo laureati in medicina e dunque sostengono l'idea che si debba riconoscere l'abilitazione alla professione attraverso la valutazione dei tirocini. Ma l'emergenza sanitaria in corso ha allungato di molto i tempi di accesso alle loro professioni e le classiche due sessioni annuali dell'esame di Stato sono a questo punto improponibili.

Secondo i neo laureati il ministero dell'Università e della Ricerca potrebbe agire come per i nuovi medici, i quali si sono visti riconoscere subito il tirocinio professionalizzante tramite le norme del Decreto "Cura Italia" di Marzo, ma gli emendamenti alle norme attuali, proposti in parlamento di recente sono stati bocciati.

"Nei mesi scorsi noi laureati ci siamo mobilitati facendo gruppo e tentando di ottenere informazioni in merito ai nostri esami di Stato dalle diverse istituzioni, ministeriali, ordinistiche e universitarie. Nessuno ci ha considerato rimpallando la questione da un organo all’altro", contestano i laureati in psicologia, farmacia e biologia.

"Ci sentiamo presi in giro dalla politica e non considerati da chi dovrebbe rappresentarci", denunciano i neo laureati. "Non siamo dei ragazzini, e non staremo in silenzio a farci trattare in questa maniera. E’ tempo che l’opinione pubblica dia voce anche a chi fino ad ora non l’ha avuta e vi chiediamo quindi di riportare questa notizia".

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