La Chiesa cerca di tornare alla normalità e inaugurerà la sua 'Fase 3' già questo week-end con le processioni per il Corpus Domini. La Conferenza Episcopale Italiana ha infatti informato che sarà possibile organizzare all’esterno delle chiese questi eventi adeguandosi alle indicazioni anti-contagio: mascherine dunque anche se si è all’aperto e distanziamento tra i fedeli. Una modalità che sarà osservata anche nelle prossime settimane quando cominceranno le celebrazioni per i santi patroni, processioni ed eventi che si tengono appunto maggiormente d’estate. Ma si muove anche la macchina organizzativa dei pellegrinaggi. Ad annunciare il suo primo viaggio di fede è l'Opera Romana Pellegrinaggi. Dal 24 al 27 agosto sarà a Lourdes, il santuario mariano sui Pirenei francesi che per la prima volta nella storia ha chiuso nelle settimane più difficili della pandemia. A guidare il pellegrinaggio, il primo della diocesi di Roma dopo la pandemia, sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis, che ha vissuto in prima persona la brutta esperienza del Covid, con il ricovero in ospedale, e il presidente dell’Orp monsignor Remo Chiavarini. «Vogliamo vedere questo come segno di speranza e rinascita», dice don Chiavarini annunciando che sono in fase di organizzazione anche i pellegrinaggi in Terra Santa (7-14 settembre) e a Fatima, in Portogallo, dall’11 al 14 ottobre. A Lourdes si spera di poter accompagnare almeno 180 fedeli e potrebbe essere coinvolto il personale sanitario che in questi mesi ha combattuto in prima linea contro il coronavirus. Le processioni invece potrebbero partire già da domani pomeriggio, vigilia della festa del Corpus Domini. Le processioni religiose saranno possibili a condizione che si svolgano con l’uso di mascherine. La Cei rende noto il parere del Comitato Tecnico Scientifico che richiama, «anche per i riti religiosi che prevedono una processione all’esterno di strutture ecclesiastiche e luoghi di culto», l’adozione delle misure relative al distanziamento fisico e all’uso delle mascherine. E' chiesto a tutti «il rigoroso rispetto delle misure precauzionali al fine di evitare ogni tipo di aggregazione o assembramento dei fedeli». Il Cts non ha nascosto alla Cei le sue preoccupazioni rilevando «alcune criticità nella possibilità di controllo del rischio di contagio da Sars-CoV-2 nello svolgimento di alcune processioni» e «ritiene che, ferme restando le raccomandazioni predette, la loro fattibilità ed applicazione debba avvenire sotto la diretta responsabilità delle autorità sanitarie, civili e religiose», si legge nella nota informativa della Conferenza episcopale italiana. Norme strette sono previste per la riapertura in Italia anche degli altri luoghi di culto, dalle sinagoghe alle moschee, con rigidi protocolli per evitare che la preghiera comune diventi occasione per la riaccensione di focolai.